«Salva il nostro numero in rubrica...», come usare il cellulare per difendersi dalla violenza in casa

«Salva il nostro numero in rubrica...», come usare il cellulare per difendersi dalla violenza in casa
Non c'è solo la parola d'ordine «Voglio una mascherina 1522»  da pronunciare al farmacista, per denunciare una violenza domestica e ottenere...

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Non c'è solo la parola d'ordine «Voglio una mascherina 1522»  da pronunciare al farmacista, per denunciare una violenza domestica e ottenere informazioni utili per ricevere aiuto. Non c'è solo la frase diventata ormai simbolica, «Mi porti una pizza a casa», pronunciata da una signora di Torino per chiedere disperatamente aiuto alla polizia e salvarsi dalle botte del marito e che comincia ad essere utilizzata sempre più spesso. 

«Vorrei una pizza»: il messaggio in codice al 911 che ha salvato una donna dall'aggressione

A volte una telefonata può salvare la vita ma anche toglierla, quella vita, se ci si trova nel mezzo di un episodio di violenza nella coppia. Così la casa della Donne Lucha y Siesta ha preparato un piccolo vademecum per insegnare alle donne ad utilizzare al meglio il cellulare per chiedere aiuto e per farlo diventare anche uno strumento di autotutela. 

Intanto alla donna che rischia di essere vittima di violenza in casa viene consigliato di memorizzare tutti i numeri dei centri antiviolenza o delle persone che potrebbero in qualche modo aiutarla sotto nomi di fantasia o di amiche, in modo da non insospettire il marito o il marito o il compagno nel caso di un controllo del cellulare. Viene poi consigliato di cancellare sempre la cronologia delle chiamate e dei messaggi.

Il cellullare può comunque diventare anche uno strumento di autodifesa soprattutto quando una donna decide di affrontare un percorso giudiziario contro il compagno violento. «In questo caso è importante tenere un diario di quanto succede, di tutte le violenze, anche psicologiche subite. Si deve individuare una persona di fiducia a cui inviare i messaggi che andranno a costituire poi la base per la denuncia, con date e ora in cui sono avvenuti gli episodi di violenza». Le operatrici della Casa delle donne consigliano poi di fotografare le lesioni e conservare messaggi e sms che contengano minacce, offese, umiliazioni: «Invia questi file a una persona di fiducia e poi cancellali dal tuo cellulare. Non sei sola», è il messaggio di speranza con cui si conclude questo piccolo vademecum.

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Il Messaggero