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Una buona notizia per lo sport. Nasce un servizio operativo a 360 gradi contro le molestie e gli abusi in ambito sportivo. Si tratta di "Save, Sport Abuse and Violence Elimination", progetto che prende vita grazie alla passione di "Assist" Ass. Naz. Atlete, che dal 2000 si batte per i diritti delle atlete e delle donne nello sport. Ad Assist si aggiunge anche "Differenza Donna Ong", associazione con 30 anni di esperienza e che gestisce il 1522, numero nazionale anti violenza del Dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
A presentare il progetto ci sono tre simboli olimpioniche: l'ex pistard, ciclista su strada e bobbista due volte campionessa olimpica - nell'inseguimento ad Atlanta 1996 e nella corsa a punti a Sydney 2000 - Antonella Bellutti, la Campionessa mondiale e olimpica nella specialità del K1 Josefa Idem e la vincitrice di due medaglie d'oro e un argento ai Giochi paralimpici Martina Caironi.
Il servizio si prefigge due obiettivi: il primo è attivare un’importante campagna di sensibilizzazione e informazione che vedrà la Regione Lazio come ente pilota del progetto.
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«Sappiamo bene quanto sia esteso l'amore per lo sport nel nostro Paese» dice Josefa Idem, plurimedagliata e record woman con le sue otto edizioni ai Giochi Olimpici, oggi formatrice e speaker. «Sappiamo anche quale ricchezza e quali valori sappia regalare a chi lo pratica. Con la stessa convinzione però dobbiamo saper indagare sul fenomeno delle molestie e degli abusi, proprio perché il mondo sportivo resti un luogo sano e di crescita. Save potrà offrire un servizio unico del quale c'era assoluto bisogno e lo farà con persone di grande preparazione.» «Accolgo con molto sollievo la nascita di Save – dice la bi-olimpionica di Atlanta e Sydney Antonella Bellutti - poiché il tema, delle violenze e degli abusi, purtroppo, non è estraneo a nessun luogo, nemmeno allo sport. La forte attrazione che la pratica sportiva esercita, la delega educativa data ad allenatori e allenatrici, la grande quantità di tempo che atleti e tecnici trascorrono insieme, racchiudono anche elementi di vulnerabilità per soggetti giovani. Istituzioni sportive e società sportive, istituzioni pubbliche e Giustizia sportiva e penale devono avere maggiori strumenti di conoscenza e di prevenzione del fenomeno. In questo Savepotrà essere un vero faro».
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