Controsensi dei social. Certe volte permettono che si veicolino offese o fake news che possono fare seri danni ma poi non riescono a trovare il modo di non censurare parole...
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L’autrice del libro quando se n’è accorta non credeva ai suoi occhi. I messaggi pubblicitari erano stati censurati per «l'uso di linguaggio inappropriato» in riferimento alla presenza della parola "vagina". Inutili le spiegazioni della dottoressa e della casa editrice. «Vagina è un termine anatomico, non è una brutta o volgare parola». Ma non c’è stato nulla da fare anche se lo stop alla pubblicità non solo ha scatenato una marea di polemiche ma le ha regalato una inattesa pubblicità planetaria.
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«Al mio editore non è consentito usare la parola 'vagina' per promuovere il mio libro su Twitter», ha affermato Gunter. Nel frattempo una marea montante di utenti Twitter si sono schierati con lei, soprattutto donne, chiedendo ironicamente al Ceo di Twitter se sarebbe stato censurato anche un libro dal titolo "The Penis Bible”. Naturalmente la risposta non è mai arriva
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Il Messaggero