Stop da parte dell'Umbria all'aborto farmacologico in day hospital: è stata abrogata dal Consiglio regionale la delibera che nel dicembre 2018 aveva introdotto...
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Stop aborto farmacologico a casa, le consigliere di Parità: «Rendere obbligatorio il ricovero ospedaliero complica solo la vita delle donne»
Stop all'aborto farmacologico a casa, la protesta: «Vogliono ancora decidere sul corpo delle donne». Ma il Family Day: «Donne più tutelate»
«Risulta difficile comprendere i motivi di questo gravissimo ritorno indietro, che mette in pericolo il diritto alla salute e all'autodeterminazione delle donne - dichiarano Filomena Gallo e Mirella Parachini (Associazione Luca Coscioni) e Anna Pompili (Amica) - Se i membri del Consiglio regionale umbro sono a conoscenza di dati scientifici nuovi, sarebbero tenuti, a tutela della salute pubblica nazionale e internazionale, a renderli pubblici, al fine di rivalutare la sicurezza della procedura. Altrimenti, proprio alla luce dei dati di letteratura scientifica, che rendono possibile l'Ivg farmacologica, dovrebbero muoversi in direzione totalmente opposta, ammettendo, oltre al ricovero in Day Hospital, anche il regime ambulatoriale come avviene in molti paesi oramai da anni».
«La scelta di aderire alla legge nazionale in merito all'interruzione di gravidanza volontaria non va nella direzione ideologica o conservatrice, ma è spinta da un intento di tutela della salute della donna»: così la presidente della Regione Umbria Donatella Tesei. «Non si vuole rendere più difficile e ad ostacoli la pratica in questione - ha aggiunto -, ma la si vuole invece rendere più sicura, nel rispetto e nella tutela dei diritti acquisiti e delle scelte personali, che non sono in discussione». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero