Il New York Times - con tutto il suo peso - mette sotto accusa il presidente americano Donald Trump per la sua «disumanità» nel trattare una vittima di stupro....
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Nella Sala Ovale della Casa Bianca il presidente americano ha riservato alla giovane yazida un trattamento «incomprensibile», «inumano». Non è mai uscita una parola di condanna allo stupro come arma di guerra. La ricostruzione del New York Times è plastica. Trump sedeva alla sua scrivania «e ha guardato avanti per tutto il tempo». Accanto a lui, in piedi, c'era Nadia Murad che gli riassumeva la sua storia ma Trump – si vede dalle immagini – non sembrava prestare troppa attenzione a quello che gli veniva detto. «Hanno ucciso mia mamma e i miei fratelli» diceva Nadia. Trump risponde: «E dove sono ora?» La voce della donna si fa afflitta. «Sono sepolti in una fossa comune a Sinjar». «Conosco quell'area molto bene». Nessun'altro commento.
Alla fine Trump chiede a Nadia Murad: «Ma puoi spiegare per quale ragione ti hanno dato il Premio Nobel?» La donna sembra essere in difficoltà, forse si chiede se qualcuno ha informato il presidente. «Presidente penso sia chiaro a chiunque il male fatto dall'Isis a migliaia di donne Yazide che sono state schiavizzate e stuprate». Trump totalmente impassibile. «Davvero? Ma è vero?» L'udienza finisce qui, così come la ricostruzione del giornale americano che annota con sgomento «quanto il presidente Trump sia stato brutale, atroce disumano. Qualcosa ci è sfuggito. In questo individualismo profondo forse è capace di qualsiasi cosa».
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Il Messaggero