A 60 anni dall'ingresso delle donne in polizia, è stato intitolato un parco, a Terni, in memoria di di Emanuela Loi, l'agente della polizia di Stato, medaglia...
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Alle celebrazioni, oltre al fratello e alla nipote della Loi (che porta lo stesso nome della zia), agli studenti e alle autorità civili e militari della provincia, era presente anche il vice capo della polizia, il prefetto Alessandra Guidi.
«Emanuela Loi è un simbolo - ha detto la Guidi - non solo per la polizia di Stato, ma per la nazione e per le donne di questo Paese che hanno saputo e ancora sanno impegnarsi fino all'estremo sacrificio della loro vita. Questa targa nasce
inoltre all'interno di uno spazio fruibile a tutti i cittadini, dunque è un'occasione di stimolo per coltivare la memoria anche in chi in quegli anni non era nato». «Sono cresciuta consapevole di quello che è successo, non ho mai percepito dalla mia famiglia sentimenti di odio o vendetta, bensì di giustizia e legalità» ha detto durante la cerimonia la nipote della Loi, sottolineando l'importanza del «compito di testimoniare e rammentare la storia, soprattutto con i ragazzi e i bambini delle scuole».
«Mi piace pensare - ha aggiunto la giovane parlando ancora della zia - che non sia morta invano. Lei, i suoi colleghi, i giudici Falcone e Borsellino e che la loro storia possa essere per tutti noi un insegnamento. Alimentare una coscienza civile diffusa è l'unico vero antidoto per la libertà».
La cerimonia - aperta dal questore Antonino Messineo - è stata anche l'occasione per celebrare il 60/o anniversario dell'ingresso della donne in polizia, datato 7 dicembre 1959, ricorrenza ricordata anche con un evento storico-artistico e musicale che si è tenuto presso la Bibliomediateca di Terni. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero