Baffi e guêpière, tonache e divise, crocifissi e tatuaggi... Sotto il vestito, un po' di tutto. Perché alla luce dei riflettori le identità si...
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Il velo da suora nasconde il reggicalze da vaudeville, mentre la sottanona da convento è solo uno dei tanti abiti che fanno il monaco: di giorno, Célestin, è un organista che intona Alleluia per le monachelle, ma di notte diventa Floridor, compositore di canzonette per ballerine di can-can, piene di sottintesi su sesso e potere, per travestire e smascherare banalità di salotti e sacrestie di ogni società. Dopo due anni di tournée, la Sainte Nitouche è entrata in città dalla porta degli Champs-Élysées: al Théâtre Marigny, sala progettata nel 1880 da Garnier, lo stesso architetto che firmò l'Opéra, elegante, appena riaperta (la dirige Choplin, manager teatrale di lungo corso, ex direttore dello Châtelet), con una programmazione leggera come le piume delle cantanti che accolgono gli ospiti.
BUONTEMPONI
La produzione firmata da PierreAndré Weitz ha conquistato pubblico e critica con la sua compagnia di buontemponi, Le Frivolités Parisiennes, la brava e piccante sorella Lara Neumann e l'irresistibile Olivier Py, direttore del festival di Avignone, attore e attrice, dotato di creatività fuori da confini e da generi.
LE SEDI
Arredi e poltrone d'epoca, champagne e organetti di barberia, è una delle varie sedi del Festival dell'Operetta, organizzato in occasione del bicentenario della nascita di Offenbach, dalla Fondazione veneziana Palazzetto Bru Zane, che da dieci anni si dedica alla riscoperta e alla divulgazione della musica romantica francese: opere, concerti e conferenze fino al 30 giugno, tra Offenbach e i suoi contemporanei francesi Hervé, Lecocq, Barbier, Martini, Hahn, de Grandval, Berlioz e Saint-Saëns.
Il Messaggero