Troppo silenzio su Silvia Romano la cooperante rapita in Kenya, la testimonianza del vescovo di Garissa

Garissa (Kenia) - Settimane, dopo settimane, di Silvia non si sente più parlare nemmeno a Garissa, in Kenya, vicino alla zona dove è stata rapita. «E'...

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Garissa (Kenia) - Settimane, dopo settimane, di Silvia non si sente più parlare nemmeno a Garissa, in Kenya, vicino alla zona dove è stata rapita. «E' davvero un lungo e strano silenzio. Anche noi cattolici, nelle parrocchie che sono sparse qui sul mio territorio, non abbiamo più sentito nulla di Silvia.  Francamente non sappiamo che fine abbia fatto. Un po' di tempo fa, parlo di qualche settimana, si era saputo che la ragazza era ancora viva, ma da allora niente. Nella mia diocesi nessuno ha più sentito niente». Il vescovo di Garissa, Joseph Alessandro riferisce al telefono delle poche informazioni che circolano su questo rapimento avvenuto a novembre quando la cooperante italiana che si trovava nel villaggio di Chakama per conto della onlus Africa Miele in cui svolgeva attività di volontariato è stata prelevata e presa in ostaggio da tre uomini. Da allora le informazioni non sono più circolate, denuncia il vescovo che coordina diverse parrocchie con diversi missionari.

 

La giovane potrebbe essere stata portata in una zona impervia, dove albergano i terroristi. «Si diceva che avevano tentato di portarla in Somalia, ma chi può dirlo. Qui vicino c'è la foresta di Boni, nella contea di Lamu, che è una area davvero fitta e per niente facile da attraversare dove trovano riparo i terroristi Shahab. Là dentro è come cercare un ago in un pagliaio. Siamo al confine somalo» spiega il vescovo, assicurando la sua disponibilità a raccogliere ogni possibile voce e farla, eventualmente, arrivare alla famiglia.

Silvia, 23 anni di Milano, ha studiato presso la Unimed del capoluogo lombardo, ha fatto istruttrice di ginnastica e, dopo la laurea triennale come mediatrice culturale ha coronato il suo sogno, lavorare per i bambini africani. Dopo il suo rapimento sui social si è scatenato un brutto dibattito sulle ragioni che hanno spinto questa ragazza ad impegnarsi nel sociale, in Kenya. Gli inquirenti del Kenia assicurano che le indagini continuano.


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Il Messaggero