«Tacete, o Maschi», così scriveva Leonora della Genga alle sue amiche del circolo di poetesse marchigiane, nel Trecento. Leonora, Ortensia di...
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I versi delle poetesse marchigiane sono adesso raccolti in un volume “Tacete, o maschi” (collana Talee edita da Argolibri) accompagnati da altri versi, di poetesse contemporanee, Mariangela Gualtieri, Antonella Anedda e Franca Mancinelli.
Gualtieri, Anedda e Mancinelli hanno alimentato un dialogo in versi e lettere accorate, proprio secondo l'uso antico, con le giovani proto-femministe del '300, rivologendosi loro, ciascuna secondo il proprio stile e le proprie affinità, in un colloquio intimo, ma apertissimo, tra epoche, scritture e, appunto, tra generi. Così, ai versi-epistola di Leonora della Genga (che danno il titolo al volume) <<Tacete,o maschi, a dir, che la Natura / A far il maschio solamente intenda, / E per formar la femmina non prenda, / Se non contra sua voglia alcuna cura>>, risponde, con una lettera-invocazione, Mariangela Gualtieri (<<E nella sua grazia gioiosa di nido / è chiara, ovunque evidente, / la forza dell’energia femminile / spingente, accudente – / la germogliante forza.>>) ; mentre Antonella Anedda compone un "Sonetto disubbidiente" (<<disperdi il seme, l’umore, smetti di sospirare per la fama / disubbidisci / stai fuori dall’elogio e dalla rima>> ) in risposta al sonetto "Io vorrei drizzar queste mie piume" che Ortensia di Guglielmo indirizza polemicamente al Petrarca (<<All’ago, al fuso, più che al lauro o al mirto, / Come che qui non sia la gloria mia, / Vuol ch’abbia sempre questa mente intesa.>>). A scandire il dialogo, le visioni senza tempo, dal tratto contemporaneo ma ispirate alla letteratura e all'iconografia medievale, di Simone Pellegrini, artista di Ancona e docente di Pittura all'Accademia di Belle Arti di Bologna. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero