L'Emilia e la Romagna rivendicano la loro parte di notorietà per le nonne che fanno la pasta, le famose "rezdore", come vengono chiamate le massaie in...
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Sul Corriere di Romagna, sul Resto del Carlino e sulle Gazzette locali le fotografie delle 'redzore' stanno catturando il plauso della gente per avere portato nel mondo il sapere antico della pasta casareccia, antidoto a tanti mali moderni, come la solitudine (visto che la pasta si fa in gruppo) e persino i disordini alimentari (visto che la pasta è genuina e piena di sostanze nutritive, prive di qualsiasi additivo chimico).
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In Romagna la leader delle rezdore si chiama Lucia Portolani, ha 94 anni e cucina ancora a mano gli strozzapreti con il sugo di pesce assieme alle sue amiche più giovani, Ofelia di 87 anni, Elisabetta di 84, Marisa di 87. Le nonnine emiliane e romagnole da tempo vengono coinvolte in corsi di cucina proprio per non dimenticare l'arte antica del pastaio, un combinato disposto di armonia tra il tempo necessario (vietato fare le cose di fretta) e l'amore per cucinare per gli altri, e tanto olio di gomito, visto che per tirare la sfoglia a mano sul tagliere ci vogliono anche dei bei muscoli.
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Una delle rezdore più note è morta alcuni anni fa, si chiamava Lidia Cristoni, era una modenese doc che ha insegnato l'arte della pasta fatta col mattarello (più porosa ed elastica) allo chef stellato Massimo Bottura. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero