Lo Stato di New York è diventato da giovedì sera il più severo degli Usa per quanto riguarda la lotta contro le molestie sessuali. Una nuova legge che...
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La nuova legge vede la luce sull'onda del movimento #MeToo, che si è diffuso nel Paese come uno tsunami dopo che nel 2017 sono venuti a galla casi di stupri e molestie eccellenti da parte di ricchi e famosi vip. Personaggi noti come il produttore Harvey Weinstein, l'attore Kevin Spacey, il conduttore tv Matt Lauer, sono stati denunciati e sono sotto inchiesta per presunti stupri e molestie. Ma in realtà il movimento è nato nel 2006, su iniziativa proprio di una newyorchese, l'attivista Tarana Burke, che ha adottato il grido me too (anch'io) per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla vastità del fenomeno.
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LE MISURE
Vari Stati hanno adottato nuovi provvedimenti, in risposta al movimento, ad esempio l'obbligo per le aziende di spiegare ai lavoratori in cosa consistano le molestie, e far capire che non verranno tollerate. La legge di New York è comunque la più comprensiva e vasta. Come prima cosa cancella un prerequisito per la denuncia di molestie: chi ne sia stato vittima non deve provare che siano state severe o persistenti. Chi si senta molestato anche una volta può denunciarlo, senza temere che le sue parole vengano liquidate come troppo poco per aprire una indagine. Inoltre da ora in poi i datori di lavoro dovranno inserire nello statuto della loro azienda una chiara politica anti-molestie, e devono attuare dei programmi di formazione e sensibilizzazione dei propri dipendenti, da aggiornare di anno in anno. I termini di prescrizione per le denunce di stupro di secondo o terzo grado, sono inoltre estesi a 10 anni e 20 anni. Per gli stupri di primo grado (quando cioé la vittima sia stata anche picchiata, o sia stata usata un'arma, o la vittima sia stata rapita) non esistono termini di prescrizione. La legge infine allarga le responsabilità dei datori di lavoro, che finora invece potevano difendersi sostenendo di non saper nulla di quel che stava succedendo. La legge è stata messa ai voti nell'ultimo giorno dei lavori legislativi dell'anno, alla vigilia della chiusura estiva. Ma sul tema si lavorava sin da gennaio.
LA STORIA DI ELIZABETH
Molto applaudita è stata una ex assistente congressuale, Elizabeth Crothers, che nel 2001 denunciò di essere stata stuprata ma non fu creduta. L'uomo da lei accusato fu poi riconosciuto colpevole di un altro stupro, e condannato. La Crothers, che si è trasferita a Washington, è andata a Albany proprio per assistere al voto: «Non cambia il passato ha detto ai cronisti -. Ma finalmente vedo i nostri legislatori che vogliono agire per proteggere il futuro».
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Il Messaggero