L'onda di #MeToo travolge anche la Tunisia e scuote un paese in cui «pedofilia e incesto sono dilaganti» a ogni livello della società, in cui le...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
La valanga di denunce è partita quando è stata diffusa la foto di un parlamentare che, secondo chi l'ha scattata, stava masturbandosi all'interno della sua auto davanti a un liceo. Accusa negata dal deputato, Zuheir Makhlouf, che gode dell'immunità e si è difeso dicendo di essere affetto da diabete, che lo obbliga a orinare in bottiglie quando si trova lontano da un bagno. Ma chi ha scattato l'immagine, studentessa di quel liceo, sostiene di aver subito molestie da lui. La foto-shock ha suscitato un'onda di indignazione, con centinaia di donne che hanno inscenato un mese fa una vivace e protesta davanti al parlamento di Tunisi, chiedendo che si indaghi su quel caso. Vero o no, l'indignazione si è riversata sul nuovo hashtag #EnaZeda, creato dal'organizzazione non governativa femminista Aswaat Nisaa (La voce delle donne) per dare spazio, anonimato e tutela alle donne che testimonino.
Venti donne arabe danno vita a Jasmine, una rete per la parità nel medio oriente
«Pedofilia e incesto sono più diffusi di quanto saremmo disposte ad ammettere», ha raccontato alla Bbc Rania, moderatrice di #EnaZeda. «Molte, moltissime famiglie nascondono qualcosa e molte di loro non sanno neanche come trattare problemi di questo genere».
Il Messaggero