Google, causa di lavoro sulle discriminazioni salariali rischia di trasformarsi in class action

Google, causa di lavoro sulle discriminazioni salariali rischia di trasformarsi in class action
Per Google si tratta di un grattacapo legale mai visto. Alcune lavoratrici hanno fatto causa al gigante del web sentendosi discriminate sul lavoro. In pratica, a sentire loro, le...

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Per Google si tratta di un grattacapo legale mai visto. Alcune lavoratrici hanno fatto causa al gigante del web sentendosi discriminate sul lavoro. In pratica, a sentire loro, le donne vengono sistematicamente pagate di meno rispetto ai colleghi. Il Guardian ha dedicato a questo caso emblematico un lungo articolo mettendo in luce la situazione che si è venuta a creare ai vali livelli della azienda tech. 


La causa in corso contro Google è iniziata nel 2017: la società tecnologica è accusata di discriminazione retributiva di genere tra i dipendenti di sesso femminile - dai codificatori agli insegnanti del reparto interno di assistenza all'infanzia – rispetto alle loro controparti maschili. 

In questi giorni è stato presentato un memorandum in tribunale per classificare tale causa come una class action. Se venisse approvata significherebbe che si applicherebbe a 10.800 donne che sono state impiegate da Google in qualsiasi momento dal settembre 2013.

Le donne interessate comprendono una grande varietà di posizioni, e più della metà sono ingegneri del software.

Le donne di Google guadagnano in media 2.000 dollari in meno all'anno rispetto agli uomini sulla carta. David Neumark professore di economia dell'Università della California Irvine attraverso suoi calcoli ha mostrato che le donne di Google potrebbero perdere 17.000 dollari all'anno a causa di classificazioni di lavoro discriminatorie.


Eileen Naughton, VP People Operations: «Ogni anno effettuiamo una rigorosa analisi sull'equità delle retribuzioni, per assicurarci che gli stipendi, i bonus e i premi azionari siano equi. Se riscontriamo delle differenze nelle retribuzioni proposte, incluso tra uomini e donne, effettuiamo degli adeguamenti al rialzo. L'anno scorso abbiamo effettuato adeguamenti al rialzo per il 2% dei dipendenti, considerando ogni categoria demografica, per un totale di 5,1 milioni di dollari. Effettuiamo inoltre analisi rigorose per garantire equità nei diversi livelli di inquadramento e nella valutazione delle prestazioni. Le affermazioni contenute in questa causa sono infondate e intendiamo difendere le nostre politiche e le nostre pratiche». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero