«La notte non dormo, questa vicenda mi ha segnato. Ho paura per mia figlia, ha 3 anni». Dura appena una manciata di minuti la deposizione in aula, ma è...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Giorgia Meloni in aula: «Io minacciata dallo stalker, ho paura per mia figlia». I post dell'uomo su Fb
Lui si chiama Raffaele Nugnes; è stato ascoltato dal giudice dopo la deputata. E ha ripetuto la sua folle teoria: «sono il padre della bambina». Un'affermazione talmente dissennata da spingere il legale della Meloni, il penalista Urbano Del Balzo, a richiedere una perizia psichiatrica nei confronti dell'imputato. In modo tale - qualora la relazione dovesse fornire esito positivo - da avanzare la domanda per la reclusione di Nugnes in un Rems, l'ospedale psichiatrico giudiziario. «Lui sosteneva - ha spiegato Giorgia Meloni rispondendo alle domande del pm Pantaleo Polifemo - che gliel'ho strappata, che la bambina era sua, che prima o poi sarebbe venuto a riprendersela a Roma».
Di fatto l'uomo, a luglio, tentò di incontrare la parlamentare. Non prima, però, di aver bombardato con una serie di messaggi privati il profilo social della Meloni, anticipandole la sua visita nella Capitale.
La polizia ferroviaria l'aveva atteso alla stazione Termini. Una volta sceso dal treno gli era stato chiesto il motivo del suo viaggio a Roma. Lo stalker, sulle prime, aveva cercato di negare. Poi gli era stato domandato se era venuto per incontrare la Meloni. L'uomo aveva ammesso il motivo della sua visita ed era stato fatto risalire sul treno in direzione di casa, Trentola Ducenta in provincia di Caserta. Pochi giorni dopo venne colpito dalla misura cautelare, gli arresti domiciliari, cui è attualmente sottoposto.
Giorgia Meloni, stalker arrestato: «Ero preoccupata per mia figlia»
«Io vivo spesso fuori casa e il mio stato d'ansia è enormemente cresciuto - ha sottolineato ieri la leader di FdI durante l'udienza - perché ho dovuto prendere particolari cautele. Non bastava più la baby sitter per controllare mia figlia, non può essere mai lasciata sola». La Meloni ha ribadito di non avere mai «visto o conosciuto» Nugnes. «Il mio modo di vivere è ovviamente cambiato. Ho avuto paura anche dopo un messaggio pubblicato dall'imputato in cui scriveva: Hai tempo tre giorni per venire dove sai, se non vieni sai cosa succede, vengo a Garbatella».
Dopo la sua drammatica testimonianza in aula, Giorgia Meloni ha ricevuto messaggi di solidarietà del ministro della Salute, Roberto Speranza, della deputata di Italia Viva Maria Chiara Gadda di Stefano Fassina, Mariastella Gelmini parlamentare di Fi e da parte del sindaco di Roma, Virginia Raggi.
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero