“Squillo”, il gioco per gestire le prostitute diventa un caso politico: interviene anche la Boschi

“Squillo”, il gioco per gestire le prostitute diventa un caso politico: interviene anche la Boschi
«Una violenza sulle donne», va ritirato subito. Valanga di reazioni indignate, anche da parte di esponenti politici, sul gioco da...

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«Una violenza sulle donne», va ritirato subito. Valanga di reazioni indignate, anche da parte di esponenti politici, sul gioco da tavolo  Squillo”, molto simile al Monopoli ma destinato ad un pubblico adulto. Sono intervenute le associazioni chiedendone l'immediato ritiro dal mercato. E adesso a parlarne sono parlamentari, a cominciare da Maria Elena Boschi, Emanuele Fiano, deputato del pd e Lisa Noja di Italia Viva. 

«Non c'è niente di divertente nella vita di una donna sfruttata e obbligata a vendere il proprio corpo. Non c'è niente di vincente in uomini che schiavizzano quelle donne e alimentano i traffici della criminalità organizzata. Mi auguro che il gioco venga ritirato subito e si interrompa questa vergogna», scrive su Facebook Maria Elena Boschi, capogruppo alla Camera di Italia Viva.








«Che piega sta prendendo il mondo? - twitta Noja - In un nuovo gioco ci si diverte a fare i papponi. Non si scherza sulla piaga dello sfruttamento della prostituzione».
 
E l'onorevole Fiano su Facebook: «Si sta impazzendo veramente, un gioco per gestire le prostiture e diventare papponi. E non parlatemi di ironia».





In pratica in Squillo ogni giocatore interpreta il ruolo di sfruttatore di prostitute. Il compito di ognuno è «gestire le escort, le battone di strada (sic) e giovani promesse. Ognuna di queste - si legge nelle regole - ha una propria particolarità, parcella e ricavato finale in caso di affari non andati a buon fine, e nel caso la successiva vendita degli organi».  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero