Ferentillo, il comune senza quote rosa: centinaia di candidature, c'è anche l'attrice Carla Gravina

Ferentillo, il comune senza quote rosa: centinaia di candidature, c'è anche l'attrice Carla Gravina
FERENTILLO Il sindaco di Ferentillo azzera la giunta perchè non ha messo una donna e le sfida mandando una mail: Chi vuole fare l'assessora? La risposta è stata...

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FERENTILLO Il sindaco di Ferentillo azzera la giunta perchè non ha messo una donna e le sfida mandando una mail: Chi vuole fare l'assessora? La risposta è stata immediata: sono arrivate centinaia di mail da tutta Italia e anche l'attrice Carla Gravina dà il suo sostegno alle donne di Ferentillo. Risponde alla campagna "Io sono donna e sono pronta a fare l'assessora", lanciata dal gruppo consiliare indipendente per dire al sindaco Riffelli che di donne competenti, disposte a governare, se ne trovano eccome. Carla Gravina riempie il modulo che da una settimana fa il giro d'Italia e lo fa recapitare a mano nel comune della Valnerina.


Quote rosa, il sindaco di Ferentillo azzera la giunta e cerca una assessora


Una delle maggiori interpreti del teatro e del cinema italiano, che entra in Parlamento nell'80 come deputata del Pci e firma un disegno di legge per la istituzione di una commissione per le pari opportunità presso la presidenza del Consiglio dei Ministri, decide di candidarsi. Così Riffelli si trova di fronte una rosa di nomi rara: da Bruna Manicini dell'Università della Calabria, a Lilla Crisafulli dell'ateneo di Bologna, fino a Carla Gravina. Anche se lui vuole prima aspettare la risposta di Elisabetta Cascelli. Il giorno stesso in cui azzera la giunta di soli uomini invia una lettera proprio alla donna più eletta, quella che secondo gli accordi preelettorali avrebbe dovuto affiancarlo come vice sindaco. La risposta arriva ieri: «La proposta non è stata preceduta neppure da un colloquio, per esaminare la situazione politico amministrativa e per valutare le diverse soluzioni, le iniziative, le priorità e le possibili convergenze; per chiarire anche i rapporti personali, resi obiettivamente difficili dalla sua sfiducia nei miei confronti». Elisabetta Cascelli non solo fa notare la freddezza dell'invito, ma insinua il dubbio sulla modalità del rimpasto: «per regolarizzare la giunta sarebbe stato sufficiente inserire una donna e non revocarla tutta». Come a dire: qual' è la strategia? «Mi sono però impegnata in prima persona insieme ad altre donne nella battaglia per la parità di genere. Abbiamo difeso un principio alto, fondante della nostra democrazia, espressione di valori costituzionali, riguardo ai quali non sono possibili rinunce». La consigliera dunque accetta ma «solo se non ci sono altre donne disposte ad assumere l'incarico». Per la seduta del consiglio si auspica un finale rosa. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero