Ogni anno in Italia si contano 1.200 atti di aggressione ai danni di medici, infermieri, farmacisti che è come dire che il 30% dei 4mila casi totali di violenza registrati...
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Tac con radiazioni dimezzate: premiate due giovani ingegnere di Napoli
Così le due dottoresse lo hanno ritrovato al bar, la mattina dopo, e sono state nuovamente minacciate di morte e di ritorsioni sulla famiglia. A raccontare la vicenda è una delle due dottoresse, che chiede di non divulgare il suo nome. «Io e la mia collega - spiega - ora abbiamo paura. Non abbiamo denunciato personalmente l’aggressore, perché si tratta di una persona pericolosa e abbiamo paura che possa vendicarsi. Sappiamo che ha un Daspo e che non è nuova ad episodi di aggressione. Subito dopo l’aggressione sono stati chiamati i carabinieri, e speravamo in un intervento risolutivo. Ma ci è stato detto che senza la nostra denuncia e in mancanza di flagranza di reato le forze dell’ordine non possono fare nulla. E così l’aggressore è stato lasciato libero di circolare in ospedale. Questo è assurdo».
«Domenica notte - racconta ancora la dottoressa - io e la mia collega siamo state chiamate in un reparto per soccorrere un ricoverato in grave crisi respiratoria. Ci siamo però imbattute in quell’uomo, che si aggirava per l’ospedale e ci si è parato davanti, ci ha insultate e minacciate. Prima a parole, poi con il bisturi. È stato un momento drammatico anche perché dovevamo occuparci del paziente in pericolo di vita, cosa che abbiamo fatto anche se con gravi difficoltà per la presenza di questo individuo che urlava e avvicinava il suo viso al nostro minacciandoci. Siamo comunque riuscite ad allertare la vigilanza e le forze dell’Ordine». L’uomo però è rimasto in ospedale, libero. E le due dottoresse si sentono ancora in pericolo. «Siamo aiutate solo dai nostri colleghi. Noi, come medici del servizio pubblico, siamo pubblici ufficiali. Quando chiediamo l’aiuto delle forze dell’ordine è necessario un intervento risolutivo. E anche le aziende dovrebbero attuare misure di sicurezza concrete. I vigilantes possono essere impiegati solo per la tutela del patrimonio e, nella pratica, non possono realmente difenderci», conclude la dottoressa.
L'ospedale San Giovanni precisa che «non hanno subito danni fisici» le due dottoresse aggredite.
Il Messaggero