I dati forniti dall'Istat sono relativi a due anni fa, ma rendono bene la dimensione estesa del fenomeno. Sono 1.786 le donne vittime di violenza che hanno trovato...
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L’indagine è stata effettuata tra i mesi di novembre 2018 e marzo 2019 e sono state contattate 232 case rifugio che rientrano nei requisiti dell’Intesa del 2014. Tra queste, 211 sono quelle che hanno completato il questionario e quelle che hanno rilasciato i primi dati.
La Regione in cui risulta il maggior numero di case rifugio è la Lombardia (68), seguita da Emilia Romagna (34), Toscana (20), Veneto e Friuli Venezia Giulia (10) mentre solo in Valle d’Aosta non ne risultano. La graduatoria relativa ai posti letto effettivamente attivati nelle case rifugio è guidata dalla Provincia autonoma di Bolzano (media 19,6) davanti a quella di Trento (19); seguono Campania (15), Marche (14,7) e Lazio (13,1).
Tra i servizi offerti ve ne sono alcuni che vengono erogati prevalentemente in forma diretta dalle case rifugio, oltre alla protezione ed ospitalità in urgenza: servizi educativi e di sostegno scolastico ai minori, orientamento all’autonomia abitativa e sostegno alla genitorialità. Altri servizi – come supporto e consulenza psicologica ai minori o supporto e consulenza legale – vengono invece erogati in collaborazione con i centri antiviolenza e con altri servizi del territorio.
Il lavoro delle case rifugio si basa, principalmente, sull’apporto di personale retribuito (65% del totale del personale, con valori difformi sul territorio nazionale). Le figure professionali maggiormente presenti, oltre a coordinatrici/responsabili e personale amministrativo, sono operatrici di accoglienza, educatrici e psicologhe. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero