In Italia aumento record delle donne sottoccupate

Le sottoccupate in Italia sono aumentate dell'8,) per cento
Sempre più donne sottoccupate, cioè che lavorano meno di quanto vorrebbero. In Italia nell'ultimo anno sono aumentate dell'8,9 per cento, secondo uno studio...

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Sempre più donne sottoccupate, cioè che lavorano meno di quanto vorrebbero. In Italia nell'ultimo anno sono aumentate dell'8,9 per cento, secondo uno studio dell'Ocse. L'Employment Outlook è stato dedicato al “Futuro del lavoro” e fotografa un paese in difficoltà, con record di sottoccupati, un aumento dei contratti atipici e salari più bassi per diplomati e laureati. La sottoccupazione nel nostro paese è cresciuta in particolare tra le donne, contro il + 4,4% tra gli uomini. La disoccupazione è il doppio rispetto alla media dei paesi avanzati (10,7% a febbraio contro il 5,2% medio Ocse). Il numero di occupati probabilmente non diminuirà, le previsioni dello studio, ma la qualità del lavoro e le disuguaglianze tra lavoratori potrebbero peggiorare. Alcuni posti di lavoro potrebbero scomparire: il 14% è ad alto rischio di automazione tra i paesi Ocse. In Italia il rischio è del 15,2% e un altro 35,5% potrebbe subire sostanziali cambiamenti nel mondo in cui le mansioni sono svolte. Tuttavia, saranno anche creati nuovi lavori.

GLI ANZIANI E I GIOVANI

L'Italia affronta il futuro del lavoro con palesi fragilità. A cominciare dalla demografia, che la vede al secondo posto per l'invecchiamento della popolazione, alle spalle del Giappone. Gli ultra-65enni, che erano pari al 23,5% rispetto alla popolazione in età lavorativa nel 1980, sono saliti al 37,8% nel 2015 e saranno oltre il 72,4% nel 2050. Una popolazione di anziani, rileva lo studio, può tradursi in carenze di lavoro qualificato (i giovani non riescono a sostituire tutti coloro che lasciano il lavoro), il che può spingere verso una maggiore automazione o a maggiori pressioni per attirare lavoratori immigrati. La quota di quanti si dichiarano sottoccupati tra i lavoratori dipendenti è balzata tra il 2006 e il 2017 dal 5,6% al 12,2% contro la media Ocse 2017 del 5,4%. È il dato più alto in assoluto tra i Paesi industrializzati. I giovani sono i più penalizzati: l'Italia figura al secondo posto dopo la Spagna con un aumento del 12,3% dei giovani che dicono di lavorare meno di quanto vorrebbero.

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Il Messaggero