C’è stato un tempo, nell’immaginario dei bambini italiani, in cui il papà tornava stanco dal lavoro e si metteva in pantofole sulla poltrona, a guardare...
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Smart working, ecco come trovare il giusto equilibrio tra famiglia e carriera
Secondo l’ultima ricerca sui Tempi della vita quotidiana Istat, le donne italiane lavorano in media 6 ore e 20 minuti al giorno. Più di loro, o quanto loro, soltanto romene, austriache e serbe. Gli uomini italiani, invece, lavorano 5 ore e 11 minuti al giorno. Più o meno al livello di spagnoli, inglesi e francesi. Ma rispetto ai maschi transalpini, i nostri passano più tempo in ufficio e meno a cambiare pannolini e lavare piatti. I maschi mediterranei e le loro iperattive donne quindi, confermano i peggiori stereotipi.
Ma le sorprese non finiscono qui. E’ nella divisione tra lavoro domestico e lavoro retribuito che l’Italia ha un vero record. A quanto pare noi amiamo smodatamente pulire la casa e cucinare. Nessuno lo fa quanto noi. Il pranzo fuori casa, che per chi lavora nelle grandi città sembra ormai normale, riguarda meno di una persona su 4. Tutti gli altri pranzano a casa. E la colf? Solo il 7 % delle famiglie italiane ha un collaboratore domestico. Facile fare i conti: resta un enorme quantità di lavoro di pulizia e di preparazione del cibo che non viene fornita sul mercato, ma che viene dal lavoro non retribuito. E chi lo fa questo lavoro? Le donne, ovviamente.
Ma c’è di più. Si dirà: questa divisione dei ruoli è il risultato del fatto che in Italia le donne non hanno un’occupazione, spesso fanno le casalinghe e quindi è normale che lavorino di più a casa. No, non è vero. Le donne italiane sono quelle che, anche se lavorano in ufficio, poi tornano a casa e si occupano ancora di tutto il resto. Quando un uomo “lavora”, cioè ha un lavoro retribuito, poi dedica al “resto” 1 ora e 47 minuti al giorno. Una donna che “lavora”, cioè che ha un impiego retribuito, invece, dedica altre 4 ore a quelle attività da sussidiario anni ‘50 (cucinare, pulire e occuparsi dei bambini), mentre i loro mariti si dedicano al proprio tempo libero.
E’ vero che le cose negli ultimi anni sono un po’ cambiate. Il lavoro femminile è sceso di una ventina di minuti al giorno dal 2000 a oggi. E quello maschile è cresciuto di altrettanto. Se continua così ci vorrano 60 anni per riequilibrare i carichi di lavoro, grazie soprattutto agli uomini più giovani, più coinvolti soprattutto nella cura dei bambini. Ma non è detto che bastino. E non è detto che ci bastino. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero