«Non c'è niente di più importante per noi della libertà. Le donne curde combattono e muoiono per la libertà. Sono partigiane...
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Siria, appello bipartisan delle donne italiane per il popolo curdo
Siria, la lettera delle donne curde al mondo: «Combatteremo fino alla pace»
«Ma le nostre soldatesse sono pronte a tutto e non si arrendono.
Turchia, alle donne curde che hanno combattuto l'Isis la solidarietà delle associazioni femminili italiane
Nel deserto del Rojava ottomila donne sono agli ordini della comandante Nessrin Abdalla, 38 anni. Sempre in questa provincia sorge il villaggio di Jinvar dove vive una comunità autogestita di sole donne yazide, una piccola comune femminista dove convivono vedove e ragazze madri ripudiate dalle famiglie. «Fino a 45 anni fa le donne curde non avevano nemmeno un nome - ricorda Fatma - le chiamavano la figlia di questo e la moglie di quello. Poi questa schiavitù è stata rotta dal Pkk. E adesso le donne combattono sulle montagne più degli uomini, decidono di fare la resistenza senza chiedere permesso ai compagni. Finché la mia terra non è libera io non sono libera, questo pensiamo noi donne curde. E per conquistare la libertà, loro combattono e rinunciano a sposarsi e ad avere accanto un uomo. Rinunciano a tutto per combattere e diventare libere. Chi sta nel Ypj non può avete un marito e non può bere alcol, la guerra non ammette distrazioni. Se ti distrai rischi di morire. Le combattenti sono innamorate della libertà e di niente altro. Anche una donna brutta se è libera per noi diventa bella». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero