Procure in tilt a venti giorni dall'entrata in vigore del cosiddetto codice rosso, la legge a tutela delle vittime di violenza domestica e di genere. Gli uffici giudiziari...
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Nella procura di Roma c'è stato un boom di denunce: ne arrivano tra le 20 e le 25 al giorno. Significa che devono essere aperti almeno 400 fascicoli al mese - secondo una stima al ribasso - tutti gestiti dagli 11 pubblici ministeri che fanno parte del pool antiviolenza coordinato dal procuratore aggiunto Maria Monteleone. Tra i punti della nuova legge c'è l'obbligo per la polizia giudiziaria di comunicare al magistrato di turno le notizie di reato relative a maltrattamenti, violenza sessuale, atti persecutori e lesioni aggravate avvenute in famiglia o tra conviventi. E ogni mattina il pm delegato decide se sentire personalmente la persona offesa, o se delegare l'audizione alla stessa polizia giudiziaria, per cercare di smaltire la mole - enorme - di fascicoli. Ma i problemi sono tanti: la legge viene considerata troppo generica, carente di indicazioni precise. Per esempio, non è consentito archiviare automaticamente quei fascicoli privi di notizia di reato, o che siano impossibili da lavorare: è sempre necessario sentire il denunciate, anche quando si tratta di un atto inutile rispetto alle indagini, oppure bisogna fare un provvedimento specifico e motivato. Un passaggio che impedisce un rapido smaltimento dei fascicoli.
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Non va meglio a Milano, dove gli uffici della procura e in particolare quelli dei pm di turno sono stati «sommersi - stando a quanto riferito da fonti giudiziarie - da una marea di segnalazioni di presunti abusi, violenze o atti persecutori, giorno dopo giorno». Circostanza che ha causato evidenti «difficoltà» nella gestione delle denunce, con conseguente incremento di fascicoli da seguire. Tanto che i vertici della procura stanno lavorando in questi giorni per far fronte all'aumento esponenziale delle notizie di reato.
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Il Messaggero