Lo Stato deve prendersi cura dei caregiver, perché loro si prendono cura di familiari, figli, che altrimenti non potrebbero vivere. Mara Carfagna, vicepresidente della...
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Donne che hanno rinunciato al lavoro, alle loro passioni, alla loro esistenza, per consentire a qualcun altro di vivere. Persone che hanno il diritto di avere una legge che le tuteli e si prenda cura di loro. Mara Carfagna ha depositato alla Camera una proposta di legge, presentata in modo speculare al Senato da Andrea Cangini, scritta raccogliendo i bisogni e le istanze reali dei caregiver.
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«Dedico a loro la festa della donna: prendiamoci cura di chi si prende cura. Le caregiver sono persone impegnate nell’assistenza ininterrotta di figli e familiari non autosufficienti, che non potrebbero vivere senza le loro cure», spiega Mara Carfagna. «Sono donne nel 70 per cento dei casi (Censis), hanno tra i 45 e 64 anni, e il 60 per cento di loro ha dovuto smettere di lavorare. Sono eroine dei nostri tempi, troppo spesso silenziose e invisibili.
Hanno pieno diritto al riconoscimento e al sostegno dello Stato.
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Nel 2017 la legge 205 ha riconosciuto la figura del caregiver familiare e istituito un Fondo di 20 milioni l’anno, elevato in seguito a 25, per sostenere l’attività di cura non professionale che queste figure svolgono. «Eppure quel denaro, pur insufficiente, non è mai stato speso perché manca una norma apposita. Ho presentato una proposta di legge alla Camera per incrementare significativamente il fondo e per individuare prontamente criteri e modalità di erogazione dell’assegno annuale unico. Questa proposta nasce da un confronto con le associazioni dei caregiver e dalla conoscenza delle loro storie e delle loro esigenze. Queste donne chiedono di non essere più invisibili, chiedono di essere ascoltate, comprese. Chiedono che lo Stato si prenda cura di loro, così che loro possano continuare a prendersi cura di chi ne ha bisogno».
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Claudia, è la mamma di Angelo, con Sindrome di Down e Dop, e di Augusto, con disturbo specifico dell'apprendimento e deficit attentivo. Claudia ha rinunciato al suo lavoro per prendersi cura dei figli. Sofia è la mamma di Deyanira, che soffre di un ritardo cognitivo dovuto a leucodistrofia.
Paola è la mamma di Emanuela, affetta da tetraparesi spastica distonica, ha sopportato immensi dolori nella sua vita, compreso un abuso sessuale da parte di un fisioterapista. Anche Paola ora è disabile perché si è fatta carico di tutto, sia fisicamente che emotivamente, ma non si arrende e continua a prendersi cura di Emanuela. Mariangela è la mamma di Sofia, che ha la sindrome di Rett, e di Bruno, che ha avuto un medulloblastoma. E poi ci sono Maurizia, mamma di Edoardo che ha 13 anni ed è autistico che ha dovuto rinunciare al suo lavoro e alla sua esistenza; Orietta, mamma di Alessia che ha 17 anni ma, come dice Orietta, resterà bambina per sempre, avrà bisogno di assistenza per tutte le sue esigenze. Un anno fa Orietta si è ammalata e oggi combatte contro un tumore al seno, ma la sua vita continua a girare intorno ad Alessia; Paola, mamma di Yuri, 27 anni, disabile dopo un grave incidente, che fa salti mortali per prendersi cura di suo figlio e continuare a lavorare. Adesso hanno bisogno che lo Stato si prenda cura di loro. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero