Non solo in Francia dove si sta svolgendo il Campionato mondiale di calcio femminile. Anche nel carcere romano di Rebibbia le donne scendono in campo. Per la prima...
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Un evento da ricordare. Fino ad oggi, infatti, le competizioni sportive all'interno del carcere sono state unicamente al maschile. «Lo sport è uno straordinario strumento di integrazione e di affermazione dei valori della solidarietà. L’accesso a queste deve costituire un diritto per tutti, liberi o detenuti» - spiega Susanna Marietti, coordinatrice nazionale di Antigone e presidentessa di Atletico Diritti.
Così, dopo cinque anni dai primi tornei maschili l'Atletico Diritti, ha messo in calendario anche il mini-torneo rosa. Che già vanta un primo piccolo-grande sponsor. Durante l'incontro saranno donati alle atlete materiali per l’attività sportiva. Non possono essere più di cinque in campo, però, perché non c'è spazio a sufficienza. I primi tempi le giocatrici si sentivano un po' penalizzate, forse avrebbero voluto essere di più in squadra. Magari otto, forse 11. Ma poi il gruppo ha vinto su tutto. E la voglia di misurarsi con l'esterno ha fatto sì che la maggior parte delle detenute fosse sempre presente agli allenamenti.
«Siamo arrivate a dire "siamo tutte calciatrici” aggiunge Susanna Marietti - tanto è l'impegno che è stato messo. Una bella sorpresa. Siamo riusciti a lavorare sul valore delle regole, anche relazionali, e non solo sulla disciplina che ben si conosce dietro le sbarre». A dare il calcio d'inizio sarà Roberto Fico, il presidente della Camera. Con lui, martedì, anche le giocatrici dell'AS Roma (Serie A di calcio femminile) Claudia Ciccotti, Federica Di Criscio, Camilla Labate e il Pro Rettore dell'Università Roma Tre, nonché vice-presidente di Atletico Diritti, Marco Ruotolo. «Dal 2014 - ricorda - cerchiamo di lavorare sui valori attraverso le attività sportive delle nostre squadre di calcio maschile, basket, cricket e per ultima quella del calcio femminile».
E' stato deciso di fondare una squadra di calcio all'interno del carcere femminile di Rebibbia fa sapere Arturo Salerni, vice-presidente della Polisportiva , «per affermare con forza che non esistono barriere nello sport, siano esse sociali, di nazionalità, di genere o quant’altro». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero