Anna Falchi, modella, attrice e mamma di una bimba di 8 anni, oggi più che mai compie i salti mortali per coniugare tre ruoli, diversi e faticosi e ritagliarsi del tempo...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Ma Anna Falchi, che sul finire degli anni Novanta è stata spesso etichettata “la fidanzata di” per le sue love story con personaggi dello spettacolo e dello sport, non si è mai sentita vittima nel mondo del lavoro, in quanto donna. Merito della mamma. “Mia madre che viene dal Nord-Europa mi ha sempre trasmesso questo spirito, un grande senso di libertà e di forza a cui le donne dovrebbero ambire sempre. E' giusto anche sentirsi appagate dall'essere mamme e moglie, ma secondo me la prima cosa che una donna deve fare è sentirsi indipendente dalla figura maschile. Non esiste più il concetto di famiglia in cui è solo l'uomo a portare i soldi a casa. Anzi potrebbe anche essere il contrario”.
In tempi in cui il movimento metoo ha portato allo scoperto tante situazioni di attrici, vittime di abusi o molestie da parte di uomini in ruoli importanti nello show business, Anna Falchi ammette invece di non sentirsi “discriminata nel mio ruolo di donna. Si è fatto tanto per l'uguaglianza dei sessi, anche se non dico che siamo a pari livello, probabilmente no, ma lo stiamo raggiungendo”. E la bellezza femminile in tv, troppo mostrata? "A me non infastidisce. In passato ho fatto calendari, ed oggi su Instagram mi piace fare anche delle foto più sexy, perché ricevere dei complimenti fa salire l'autostima e star bene”. Il pragmatismo della Romagna, terra natale di Anna Falchi, non lascia spazio a negatività, ma c'è una cosa che la fa sentire a disagio. “Le chat di gruppo delle mamme. Devi esserci per forza, su quella di danza, di nuoto, di scuola. Ma io non rispondo, non mi piacciono e dovrebbero ridurle anziché fare dei gruppi enormi. Meglio una telefonata o un caffè al bar per parlarsi”. E nei momenti no cosa fa? “Ascolto mia figlia, è lei a darmi lezioni di vita, ed il sorriso. Io le insegno ad essere curiosa della vita ed a confrontarsi sempre con gli altri”. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero