La pianta oscura il cartello, potatura selvaggia. I residenti: «Perché non hanno spostato il segnale?»

La pianta oscura il cartello, potatura selvaggia. I residenti: «Perché non hanno sposato il segnale?»
Pianta mutilata per far posto al segnale. Troncate di netto le fronde leggere che accarezzano il passeggio in una piccola località di Macerata, quando di corsa ci si dirige...

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Pianta mutilata per far posto al segnale. Troncate di netto le fronde leggere che accarezzano il passeggio in una piccola località di Macerata, quando di corsa ci si dirige all'ufficio postale o alla farmacia di Sforzacosta, frazione appendice di tremila abitanti. Vedere l'albero così, mezzo spezzettato, ha fatto effetto un po' a tutti. «E per colpa di chi? Di un palo di alluminio, ma non potevano spostare il cartello un metro più su invece che  tagliare la pianta?» si lamenta da giorni un commerciante della zona per quella potatura selvaggia  senza nessun rispetto della pianta. I bei rami verdi e sani recisi di netto e lasciati a seccare sul marciapiede, restano tronconimezzi traumatizzati che già presentano un colore innaturale, quasi si stessero ammalando


La pianta ornamentale - una thuja che è stata sempre bella e florida - ha dovuto cedere il passo a un segnale stradale con la scritta: “Fermata a richiesta”. Col tempo la thuja è diventata più alta del paletto e la scritta si è persa tra le foglie sempreverdi e le piccole pigne. Per la verità è una scritta che serve solo ai passeggeri dei bus extraurbani,  che in sintesi dice: se aspettate l'autobus qui fate un cenno con la mano che così si ferma. Insomma un cartello che non regola il traffico o  avverte divieti di transito o stop. «Nessuno ha preso in considerazione la possibilità di sollevare il paletto e spostarlo poco pià in là» fa presente un residente mostrando che quel tipo di cartelli stradali si sollevano dal terremo e si possono spostare.


 «Le piante non vanno toccate, e mai in quel modo barbaro - attacca un imprenditore della zona - io sono amante del verde e degli alberi, quel cipressino è cresciuto rigoglioso per anni davanti ai miei occhi e mi piange il cuore ora vederlo ridotto così: un taglio a forma di “sette”  lo ha menomato, gli ha tolto tutta la sua bellezza. Sono cose inammissibili». «E poi perché lasciare i rami per terra ? Da un mese sono lì a fare bella mostra» dice un altro. E in un mese la thuja dove ha potuto è ricresciuta col risultato di oscurare a breve di nuovo la scritta. Altra potatura selvaggia o taglio drastico alla base del tronco?  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero