FERMO - Un ordigno rudimentale - si tratta di un barattolo riempito di polvere da sparo - è stato fatto esplodere la notte scorsa da ignoti davanti al portone della...
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Un barattolo riempito di polvere da sparo, fatto esplodere davanti al portone della Chiesa di San Marco alle Paludi poco dopo la mezzanotte, da una o verosimilmente più persone. Nessuno pare abbia visto gli attentatori, ma un testimone avrebbe notato un'auto viaggiare a fari spenti verso Fermo e poi tornare indietro più o meno negli stessi momenti. Sono ancora pochi gli elementi in mano ai carabinieri e alla procura di Fermo che indaga sull'attentato alla chiesa di San Marco alle Paludi, in attesa dell'arrivo degli specialisti del Ris per i primi accertamenti tecnici più approfonditi.
Il boato, potente, ha svegliato molte persone, e mandato in frantumi le vetrate della chiesa e frammenti del rosone: nessuna ivendicazione del gesto fino a questo momento, nessuna minaccia
precedente ricevuta dal parroco, mons. Vinicio Albanesi, o dai suoi collaboratori, e neppure dal vescovo e dalla Caritas. Gli investigatori sono certi che l'intimidazione sia collegata alle due bombe carta, di potenziale minore, fatte esplodere nella notte fra il 27 e il 28 febbraio davanti alla residenza del vicario del Duomo, in via della Rocca, e nella notte fra il 7 e l'8 marzo di fronte al portone della Chiesa di
San Tommaso.
Chi ha agito conosce bene la zona e le abitudini dei sacerdoti: sa che don Albanesi non vive nella canonica di San Marco, e ha atteso la chiusura notturna del vicino centro sociale comunale per piazzare l'ordigno. Sul posto sono subito arrivate pattuglie dei Cc e della Polizia e i vigili del fuoco. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero