Ancona, ci saranno due bar "Alla tazza d'oro" I vecchi proprietari perdono il ricorso sul nome

Ancona, ci saranno due bar "Alla tazza d'oro" I vecchi proprietari perdono il ricorso sul nome
ANCONA L'insegna gialla "alla Tazza d'oro" che campeggia sopra le vetrine del locale di corso Garibaldi è vincolata e non si tocca. L'ha stabilito il giudice,...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
ANCONA L'insegna gialla "alla Tazza d'oro" che campeggia sopra le vetrine del locale di corso Garibaldi è vincolata e non si tocca. L'ha stabilito il giudice, rigettando il ricorso dei vecchi proprietari che hanno aperto con un nome analogo a poche centinaia di metri. Concorrenza sleale. Questa la


motivazione con cui gli Zoppi, che a inizio anno avevanolasciato i locali di corso Garibaldi portando il marchio negli spazi di corso Mazzini, hanno trascinato in Tribunale Elena Re, il nuovo gestore del bar realizzato nel '54 dall'architetto Cipolloni e in parte vincolato, compresa l'insegna. Assistita dall'avvocato Giuseppe Caldarola, la famiglia Zoppi in aula ha sostenuto come il marchio fosse di sua proprietà e come Elena Re, rappresentata dall'avvocato Alessandro Serra, mantenendo l'insegna, fosse responsabile di concorrenza

sleale. L'avvocato Serra ha fatto presente al magistrato come la sua cliente, pur avendo tutto l'interesse a smontare l'insegna per dare una nuova identità alla sua attività, non potesse violare il vincolo della Soprintendenza. In centro, ad Ancona, dovranno coesistere dunque due bar dallo stesso nome: “Alla Tazza d'oro". Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero