A volte fermarsi, prendere del tempo per riflettere e tornare alle proprie origini, può essere foriero di novità e di sorprese. Lo sa bene Francesco Maria...
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Il volume è il racconto, per immagini e riferimenti mnemonici, di una provincia della Calabria che si scopre essere piena di vitalità umana, sociale e culturale. Un viaggio nella memoria dell’autore e della storia italiana, che ritrae un contesto storico e culturale in pieno fermento. Ad arricchire il volume ci sono gli interventi di diversi geracesi, alcuni diventati figure culturali di spicco, spesso lontano da Gerace, che raccontano un aspetto della loro città.
Nel suo intervento Giovanni Lo Storto direttore Generale Luiss Guido Carli ha evidenziato come «“Gerace. Città Magno-greca delle cento chiese" sia un esperimento che mette dentro passione e cuore. C’è un filo emotivo in questo libro», mentre il direttore del Master in giornalismo e comunicazione multimediale Luiss Gianni Riotta ha voluto mettere l’accento sulla questione meridionale, ricordando come esista un «forte pregiudizio. Putnam dice che il Sud è un luogo amorale e il libro di Spanó è la prova che questa credenza è sbagliata».
Il professore emerito Walter Pedullá ha sottolineato come «nel libro bisogna cercare gli occhi che sono rivelatori di senso come i bambini che guardano sfrontatamente il fotografo. I padri e gli zii hanno gli occhi rivolti altrove; i bambini possono mostrare la loro anima». Tra i relatori era presente anche Lorenzo Infantino, professore Ordinario di Metodologia delle Scienze Sociali Luiss Guido Carli. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero