Si chiama “apofenia”, e porterà a una vera e propria rivoluzione nel mondo del lavoro, trasformando le dinamiche dell’occupazione con un’ottica...
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Ezio Civitareale si sofferma sul concetto di azienda liquida. “È un tentativo, il primo in Italia e in Europea, nel quale abbiamo tentato di recuperare il concetto di complessità e riportarlo all’interno dell’organizzazione aziendale. Complessità è una metodologia di analisi e di superamento delle problematiche che incontriamo noi nella nostra vita comune e le aziende quando vivono e operano sul mercato”.
L’apofenia è il processo di individuazione e riconoscimento di schemi o connessioni in un magma di dati apparentemente casuali e senza alcun senso, la capacità di rendere semplice e leggibile ciò che è incoerente ed eterogeneo.
Massimo Bornengo insiste invece sull’uso della parola “apofenia” in un contesto in parte nuovo: “L’apofenia è un elemento della caratteristica dell’intelligenza umana che tutti abbiamo e non conosciamo. Noi vogliamo diffonderla con questo libro, in maniera semplicistica. Noi tutti da bambini abbiamo visto in macchina le nuvole, e giocavamo a vederci qualche immagine: l’orsacchiotto, la paperotta, una palla. Questa è apofenia, la capacità dell’essere umano di vedere cose che non ci sono. Se trasliamo questo concetto nel mondo del lavoro, riusciamo a gestire meglio l’organizzazione del lavoro, la gestione del personale. Questo nuovo termine, forse ostico – come lo era empatia vent’anni fa, leader o manager quarant’anni fa o resilienza un termine di questi giorni – noi lanciamo questo nuovo termine”. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero