Quegli inviati al fronte nell'Africa d'Italia: cent'anni di cronache

Ferdinando Chiarelli, inviato nella guerra d'Etiopia del 1935-36
Dalle prime ambizioni coloniali dell'Italia, culminate il 1° marzo 1896 con la sconfitta di Adua, fino alla presenza militare italiana nelle ex colonie: come la missione...

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Dalle prime ambizioni coloniali dell'Italia, culminate il 1° marzo 1896 con la sconfitta di Adua, fino alla presenza militare italiana nelle ex colonie: come la missione Onu in Somalia del 1992-93, quando le forze armate combattono a Mogadiscio la prima battaglia dalla fine della Seconda guerra mondiale. È una storia lunga e complicata, quella che lega Italia e Africa orientale e che un libro, ora, esplora da un punto di vista particolare: quello dei giornalisti. Si intitola “Dai nostri inviati al fronte. Cent'anni di cronache dall'Africa orientale tra Adua e le ultime guerre” (Sugarco).

L'autore, Fabio Fattore, ricostruisce le vicende di alcuni di loro e visita i luoghi dove si sono svolte. Ci sono nomi noti, come Curzio Malaparte, Dino Buzzati, Indro Montanelli, Angelo del Boca, Ilaria Alpi, ma anche tanti dimenticati: come i giornalisti presenti alla prima campagna d'Etiopia e l'unico alla battaglia di Adua, caduto in combattimento.

Non mancano i giornalisti del Messaggero: Rocco Morabito, corrispondente durante la Seconda guerra mondiale, che partecipa alla campagna per la conquista della Somalia britannica nell'agosto del 1940 (la prima e l'unica vinta dall'Italia). Morabito, a differenza dei colleghi al seguito degli alti comandi, è aggregato a un reparto speciale che deve provare ad aggirare le linee britanniche. Un'altra firma del Messaggero, di cui si parla nel capitolo sulla guerra fratricida tra Etiopia ed Eritrea del 1998-2000, è Ezio Pasero, che durante la visita a un villaggio di frontiera rischia la vita sotto un bombardamento dell'artiglieria etiopica.

Non ci sono solo gli inviati con le loro storie, però, ma anche la ricerca del filo sottile che li unisce: il modo di raccontare la “nostra” Africa, i pregiudizi, i preconcetti, il rapporto con la censura, i condizionamenti di ogni genere, le difficoltà di fare cronaca di guerra, presenti ieri come oggi.

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Il Messaggero