Dalle prime ambizioni coloniali dell'Italia, culminate il 1° marzo 1896 con la sconfitta di Adua, fino alla presenza militare italiana nelle ex colonie: come la missione Onu in Somalia del 1992-93, quando le forze armate combattono a Mogadiscio la prima battaglia dalla fine della Seconda guerra mondiale. È una storia lunga e complicata, quella che lega Italia e Africa orientale e che un libro, ora, esplora da un punto di vista particolare: quello dei giornalisti. Si intitola “Dai nostri inviati al fronte. Cent'anni di cronache dall'Africa orientale tra Adua e le ultime guerre” (Sugarco).
L'autore, Fabio Fattore, ricostruisce le vicende di alcuni di loro e visita i luoghi dove si sono svolte. Ci sono nomi noti, come Curzio Malaparte, Dino Buzzati, Indro Montanelli, Angelo del Boca, Ilaria Alpi, ma anche tanti dimenticati: come i giornalisti presenti alla prima campagna d'Etiopia e l'unico alla battaglia di Adua, caduto in combattimento.
Non mancano i giornalisti del Messaggero: Rocco Morabito, corrispondente durante la Seconda guerra mondiale, che partecipa alla campagna per la conquista della Somalia britannica nell'agosto del 1940 (la prima e l'unica vinta dall'Italia).
Non ci sono solo gli inviati con le loro storie, però, ma anche la ricerca del filo sottile che li unisce: il modo di raccontare la “nostra” Africa, i pregiudizi, i preconcetti, il rapporto con la censura, i condizionamenti di ogni genere, le difficoltà di fare cronaca di guerra, presenti ieri come oggi.
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