Solares. Così si chiamano le case popolari cubane, nascoste nei quartieri de L’Havana e delle altre città dell’isola. Vecchissimi condomini coloniali dai...
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Questa umanità discreta è l’oggetto della ricerca di Carolina Sandretto, fotografa italiana ora a New York, che ha speso tre anni dentro le solares cubane e ora mostra il suo lavoro in Cuba. Vivir con (Silvana Editoriale, 216 pp, 39 euro): «un album di famiglia», come lei stessa riassume, e forse anche un album di famiglie. Perché Sandretto, nei suoi ritratti ambientati, mostra facce, volti, età, e porta il lettore dentro questi edifici fatiscenti mostrandoli così come sono. Pieno di vita, pieni di stanze, matrioske architettoniche dove gli spazi sono parcellizzati con porte e paraventi per far stare tutti. Madri, padri, nonne, bambini, amici, zii, nipoti: tutti insieme, senza distinzione di campanello, condividendo i bagni (spesso esterni), i corridoi, i fili per stendere.
In ogni singolo appartamento, o stanza, troviamo sempre tre elementi: il mobilio (gemme rovinate di puro modernariato); la tv (rigorosamente tubo catodico, sintonizzata su telenovelas sudamericane); e i quadri o i poster comunisti (Che Guevara, spesso; ma anche Fidel Castro o Hugo Chavez; la trinità apocrifa della rivoluzione). Intorno si svolge il resto, e le persone paiono attori presi dalla strada, fieri e impacciati, in posa o disinvolti: ci sono anche delle loro brevi citazioni. «Ci manca tutto, anche la speranza», dice una signora. È gente senza niente, vero, ma sono anche accumulatori seriali di cianfrusaglie e vecchi oggetti come a voler dimostrare i paradossi di un regime che vive circondato dal consumismo inarrestabile.
Sembrano frattali: le credenze sono piene di oggetti impolverati; le cucine piene di vettovaglie di metallo sottile; i soggiorni pieni di elettrodomestici, uno sopra l’altro, spesso non funzionanti, perché nelle solares se qualcosa si rompe o qualcuno o è in grado di ripararlo o nessuno, nemmeno il governo, verranno ad aggiustarlo o ricomprarlo.
Nati prima della rivoluzione del 1945, le solares non sono mai cambiate con Castro, nonostante le promesse, e il governo ha rinunciato a occuparsene, come fosse res nullius, cosa di nessuno, case di chiunque, tanto da non far pagare nemmeno più l’affitto. C’è possibilità di approfondire la questione socio-politica, grazie ai testi che accompagnano il libro (di Walter Guadagnini, Iliana Cepero e della stessa Carolina Sandretto), ma il volume si presta principalmente ad altro: è una poesia in pellicola, scattata a medio formato, dolce vizio di un’italiana che porta il neorealismo a Cuba.
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"Cuba. Vivir con" di Carolina Sandretto
SILVANA EDITORIALE
21,5x26,5 cm; 216 pagine; 190 foto
39 euro
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Il libro verrà presentato a CAMERA - Centro italiano per la fotografia di Torino mercoledì 23 ottobre alle ore 18.30. All'incontro parteciperanno l'autrice e Walter Guadagnini Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero