Campiello, ecco la cinquina: Frizziero, Cavalli, Guccini, Zeno e Rapino

Campiello, ecco la cinquina: Frizziero, Cavalli, Guccini, Zeno e Rapino
In epoca Covid-19 il premio Campiello sceglie la sua cinquina con nomi e temi interessanti, e due curiosità, una "firma" della musica, come Francesco Guccini, e...

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In epoca Covid-19 il premio Campiello sceglie la sua cinquina con nomi e temi interessanti, e due curiosità, una "firma" della musica, come Francesco Guccini, e una poetessa, Patrizia Cavalli. Ad annunciare i nomi dei finalisti è stato il presidente della giuria dei letterati, Paolo Mieli, che ha assolto al suo compito senza rendere noti i voti, nel corso del programma su Rai5 "Terza pagina". Una finestra in tv che ha sostituito il 

tradizionale dibattito pubblico che l'emergenza sanitaria ha impedito.

I cinque finalisti si spera di conoscerli, vincitore compreso, a settembre, in una cerimonia pubblica che ci si
augura sia possibile, ha detto lo stesso Enrico Carraro, presidente di Confindustria Veneto, organizzatrice del Premio, e della Fondazione Campiello.

Al vaglio dei 300 lettori della giuria popolare (assolutamente anonimi, a differenza di altri premi letterari, e che cambiano di anno in anno) vanno "Sommersione" di Sandro Frizziero (Fazi); "Con passi Giapponesi" di Patrizia Cavalli (Einaudi); "Tralummescuro" di Francesco Guccini (Giunti); "Vita morte e miracoli di Bonfiglio Liborio" di Remo Rapino (Minimum fax) e "L'incanto del pesce luna" di Ade Zeno (Bollati Boringhieri). A Veronica Galletta, con "Le isole di Norman" (Italo Svevo), è stato assegnato il Campiello Opera
Prima.

Il Premio Campiello 2020, edizione storica per il rilancio del paese e del libro

I "cinque" sono stati scelti tra oltre duecento titolo in concorso, come ha ricordato Mieli, che non ha nascosto la
sorpresa per «i testi di alto valore. La cinquina che abbiamo votato - ha detto - rappresenterà sicuramente il cuore di un'edizione che non dimenticheremo mai, un Campiello unico, nella speranza che possa rappresentare l'inizio di una ripresa culturale del nostro Paese che così tanto ha sofferto negli ultimi mesi» e che ha portato, solo per la narrativa, ad un crollo di vendite stimato in 8 milioni di testi.

Frizziero in "Sommersione" racconta di un tesoro fatto non di zecchini, ma di passioni anche primordiali che un pescatore coglie con il proprio amo all'interno di sé, tra quelle isole filiformi che a nord dell'Adriatico separano il mare dalla laguna. Da parte sua Cavalli, considerata «tra le poetesse italiane contemporanee più importanti» ha ricordato Mieli, propone una raccolta di prose che sfugge a una classificazione precisa, considerato che si tratta di «un insieme di parole, di immagini, di stati d'animo». Guccini, fedele alla sua storia
di cantautore, prende proprio origine da una delle sue prime ballate, "Radici", raccontando di uomini, di cose e ricordi di una terra "antica", la sua. Rapino sceglie Liborio Bonfiglio, il pazzo che tutti scherniscono e che si aggira in un paese che non viene mai nominato. La sua figura racconta un Novecento, pescato

dalla memoria, non storicizzato, attraverso una galleria di personaggi indimenticabili. Infine, anche Zeno entra nella sfera dell'intimo. Lo fa tra il macabro e il fantastico con una deriva visionaria dettata dal mondo che circonda il protagonista impiegato, com'è, in qualità di cerimoniere nella Società per la Cremazione di una città sul quale grava la malattia misteriosa dell'amata figlia. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero