Vino e Covid, una terribile annata: tremano le cantine pontine

Vino e Covid, una terribile annata: tremano le cantine pontine
Fatturato ridotto al 20-25%. Basterebbe questo dato a rappresentare la difficile situazione che le cantine della nostra provincia (come del resto le altre) stanno vivendo a causa...

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Fatturato ridotto al 20-25%. Basterebbe questo dato a rappresentare la difficile situazione che le cantine della nostra provincia (come del resto le altre) stanno vivendo a causa del Coronavirus e della chiusura forzata, ma necessaria, delle ultime settimane. Per oltre due mesi le porte di ristoranti, bar, enoteche e locali vari sono rimaste sbarrate e, benché chi sceglie di lavorare anche con la grande distribuzione abbia potuto spingere un po’ di più su questo settore per recuperare qualcosa, le conseguenze economiche sulle casse dei produttori vitivinicoli sono gigantesche. Mentre gli incassi sono crollati rispetto allo stesso periodo degli anni precedenti, «le spese invece sono sempre le stesse», sottolinea Marco Carpineti, presidente della Strada del Vino della provincia di Latina «perché in vigna si sta praticamente tutto l’anno e ci sono sempre lavori da fare. Per non parlare delle cantine che stanno crescendo e avevano fatto investimenti».


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Si è fatto maggior ricorso alle vendite online e si consegna molto a domicilio, con mezzi propri o con corriere, per sopperire al calo delle vendite ma la sostanza, cioè un mercato quasi bloccato, rimane. Ora con la riapertura iniziata il 18 maggio, sebbene con le difficoltà che conosciamo, le cose dovrebbero pian piano prendere una piega migliore ma la risalita non sarà breve. Anche perché alla crisi di liquidità non sembra corrispondere l’arrivo celere degli aiuti e del sostegno statali. «Se i nostri competitor stranieri – spiega Carpineti -ricevono risorse importanti a fondo perduto mentre noi fatichiamo dietro pratiche burocratiche per avere, se si riesce, finanziamenti da restituire, resteremo ancora più indietro». E un’altra considerazione si aggiunge in merito ai finanziamenti, seppur garantiti e a tassi agevolati: «Considerando le perdite avute e il perdurare delle difficoltà, le imprese riusciranno a restituire il denaro nel giro di pochi anni? Affinché le banche diano seriamente una mano alle aziende, bisognava prevedere tempi più lunghi».


A tutto questo si potrebbero aggiungere poi problematiche di tipo logistico, a cui non si pensa ma che i produttori hanno ben presenti e che sono molto concrete. Siamo a tre mesi dall’inizio della prossima vendemmia: se quasi tutto il prodotto è ancora all’interno delle cantine, ci potranno essere complicazioni per chi avrà i vasi vinari pieni. Dove mettere la nuova produzione se la vecchia è invenduta? Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero