Vino, Sos per il dopo emergenza: timori e speranze dei viticoltori
Si è fatto maggior ricorso alle vendite online e si consegna molto a domicilio, con mezzi propri o con corriere, per sopperire al calo delle vendite ma la sostanza, cioè un mercato quasi bloccato, rimane. Ora con la riapertura iniziata il 18 maggio, sebbene con le difficoltà che conosciamo, le cose dovrebbero pian piano prendere una piega migliore ma la risalita non sarà breve. Anche perché alla crisi di liquidità non sembra corrispondere l’arrivo celere degli aiuti e del sostegno statali. «Se i nostri competitor stranieri – spiega Carpineti -ricevono risorse importanti a fondo perduto mentre noi fatichiamo dietro pratiche burocratiche per avere, se si riesce, finanziamenti da restituire, resteremo ancora più indietro». E un’altra considerazione si aggiunge in merito ai finanziamenti, seppur garantiti e a tassi agevolati: «Considerando le perdite avute e il perdurare delle difficoltà, le imprese riusciranno a restituire il denaro nel giro di pochi anni? Affinché le banche diano seriamente una mano alle aziende, bisognava prevedere tempi più lunghi».
A tutto questo si potrebbero aggiungere poi problematiche di tipo logistico, a cui non si pensa ma che i produttori hanno ben presenti e che sono molto concrete. Siamo a tre mesi dall’inizio della prossima vendemmia: se quasi tutto il prodotto è ancora all’interno delle cantine, ci potranno essere complicazioni per chi avrà i vasi vinari pieni. Dove mettere la nuova produzione se la vecchia è invenduta?
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