Tre casi di epatite A in pochi giorni scattano le verifiche a Fondi

Tre casi di epatite A in pochi giorni scattano le verifiche a Fondi
Con tre casi non si può parlare di epidemia ma conoscere il fenomeno è fondamentale per prevenire l'emergenza ed evitare eventuali contagi. Un piccolo focolaio...

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Con tre casi non si può parlare di epidemia ma conoscere il fenomeno è fondamentale per prevenire l'emergenza ed evitare eventuali contagi. Un piccolo focolaio di epatite A è infatti comparso a Fondi, dopo anni in cui non si registravano infezioni. Non appena è stato individuato il virus nei tre pazienti è stata subito informata la Asl che, come da prassi, sta monitorando la situazione. L'ultimo episodio, che ha sollevato un certo clamore in quanto presso il reparto malattie infettive di Latina non c'erano posti disponibili e il giovane interessato ha atteso a lungo prima di trovare una sistemazione, è stato segnalato lunedì ma altri due casi risalgono a 40 giorni fa. Tutto nella norma considerando che i tempi di incubazione dell'epatite A variano tra i 15 e i 50 giorni. Non è escluso, in sostanza, che a Fondi nei prossimi giorni possano recarsi al pronto soccorso pazienti con i classici sintomi: febbre, nausea e ittero. Ad aggravare la situazione il fatto che le scorte di vaccini specifici in provincia di Latina si siano esaurite da tempo. L'origine di questo principio di epidemia, secondo quanto ricostruito, potrebbe essere stato un pasto a base di pesce non cotto. Così avrebbero contratto l'infezione padre e figlia di Fondi, entrambi poi curati presso l'ospedale Lazzaro Spallanzani di Roma.

Dopo questa prima infezione, il virus sarebbe poi stato trasmesso a una terza persona attualmente ricoverata. Tale malattia, che generalmente dura un paio di settimane, di solito ha un decorso benigno ma in un caso su mille si può presentare un'epatite fulminante che richiede il trapianto di fegato. Da qui una certa allerta e la necessità di circoscrivere il virus. Evitando situazioni di contagio, che può avvenire soltanto per via oro-fecale, e considerando che i pazienti guariscono completamente (non si diviene in sostanza portatori cronici di epatite A), il principio di epidemia dovrebbe essere debellato in breve tempo.
GLI ACCERTAMENTI

Bisognerebbe, ad ogni modo, cercare di risalire all'origine della contaminazione, anche se risulta piuttosto difficile in quanto, tra i tempi di trasmissione e quelli di incubazione, l'alimento incriminato potrebbe essere stato pescato diversi mesi fa. Il consumo di pesce crudo vissuto in acque contaminate da scarichi fognari contenenti il virus, come accaduto in questo caso, in Italia resta la principale causa di diffusione dell'epatite A. Tutti i pazienti, fortunatamente, sono guariti o stanno guarendo ma l'attenzione resta alta ed è per questo che si consiglia di mangiare il pesce solo se ben cotto. Altri prodotti ittici potrebbero infatti essere stati pescati nelle stesse acque e poi consumati da altri ignari cittadini. I tre fondani, inoltre, benché il contagio da persona a persona sia raro, potrebbero aver involontariamente trasmesso il virus.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero