Sonnino ritrova i video perduti dello “sciopero al rovescio” realizzati da Pontecorvo e De Santis

Un fotogramma tratto dai video
Una storia che non molti conoscono, al di fuori dei Monti Lepini, è senz'altro quella dello sciopero al rovescio....

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Una storia che non molti conoscono, al di fuori dei Monti Lepini, è senz'altro quella dello sciopero al rovescio. Nei primi anni Cinquanta, in piena crisi economica, molti cittadini senza alcun tipo di impiego decisero di lavorare gratuitamente per protestare in maniera atipica contro l'assenza di lavoro, ma soprattutto per realizzare opere di pubblica utilità.

A Torino fu costruita un'auto, a Genova addirittura una nave. A Sonnino si decise di costruire una strada, un'opera immensa che ancora oggi si trova lì, seppur incompiuta. Centinaia di uomini, ma anche molti ragazzi, si impegnarono per la grande opera frutto del primo sciopero al rovescio.

Non esiste una documentazione ampia relativa a questo evento, anzi non c'è quasi nulla negli archivi. Ma oggi, dopo 67 anni, sono state finalmente attribuite allo sciopero di Sonnino alcune immagini video girate niente di meno che dai registi Gillo Pontecorvo e Giuseppe De Santis, all'epoca giovanissimi. 

Una storia emersa grazie all'impegno e alla curiosità di uno sceneggiatore originario proprio di Sonnino, Diego Altobelli: «Durante lo sciopero al rovescio, arrivarono a Sonnino due ragazzi da Roma. Due giovani del Pci con una macchina da presa che iniziarono a riprendere gli scioperanti. I carabinieri che sorvegliavano la strada tentarono di requisire le pellicole ma alcune ragazze di Sonnino le nascosero, forse sotto le gonne, quasi sicuramente nelle ceste di vimini dove tenevano il cibo, riuscendo così a sfuggire alle forze dell'ordine e a tornare in paese dove restituirono le pellicole ai registi. Quei due giovani erano Gillo Pontecorvo e Giuseppe De Santis».

Le immagini sono reperibili anche su Youtube. Ma fino ad oggi erano attribuite a un altro sciopero avvenuto in un paese della Ciociaria. Invece Diego Altobelli è riuscito, raccogliendo testimonianze e prove, a dimostrare che in quei fotogrammi si vede proprio Sonnino, ottenendo così la correzione anche nell'archivio audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico.

«E' una vita che sento parlare dello sciopero al rovescio - racconta Diego - sin da quando ero bambino, a Sonnino si narravano tanti aneddoti, alcuni riguardavano questo sciopero che fu poi interrotto dalle camionette della polizia. Si parlava spesso anche delle immagini perdute di De Santis e Pontecorvo, immagini che da allora sogno di ritrovare. Adesso ci sono riuscito e sono davvero soddisfatto!». 

Diego ha reso pubblica la sua scoperta su Facebook raccogliendo decine di commenti. «E' questo l'aspetto più bello dell'intera vicenda - racconta - la comunità di Sonnino, compresi i tanti che oggi vivono altrove, si è raccolta intorno a questa storia. Sono stato sommerso non solo di complimenti e ringraziamenti, ma anche di messaggi di persone che vogliono incontrarmi per raccontare altri dettagli. C'è chi ha avuto nonni o zii che parteciparono allo sciopero o che lo videro, tutti hanno qualcosa da raccontare».

La strada costruita durante lo sciopero al rovescio di Sonnino non fu mai terminata e, anzi, se ne perse la memoria per decenni. «Nel corso degli anni - racconta Diego - divenne addirittura una discarica di elettrodomestici, ma oggi è pulita». Pulita, ma soprattutto rinata nella memoria di un intero paese. Grazie solo alla determinazione di uno sceneggiatore 37enne che ha aperto una finestra illuminando una storia che sembrava ormai perduta.

IL VIDEO




Marco Cusumano
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Il Messaggero