Siglato il protocollo per valorizzare le vie Appia, Flacca e Francigena

Siglato il protocollo per valorizzare le vie Appia, Flacca e Francigena
FONDI - «L’unione fa la forza, non è solo un modo di dire ma anche una dichiarazione di concretezza». Con queste parole ieri il sindaco di Fondi...

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FONDI - «L’unione fa la forza, non è solo un modo di dire ma anche una dichiarazione di concretezza». Con queste parole ieri il sindaco di Fondi Salvatore De Meo ha commentato un momento importantissimo per tutto il sud pontino, la sottoscrizione del protocollo d’intesa per la valorizzazione delle vie Appia, Flacca e Francigena. Un patrimonio unico in Europa per il quale, grazie proprio all’unione di ben otto comuni (Terracina, Fondi, Monte San Biagio, Itri, Sperlonga, Gaeta, Minturno e Santi Cosma), tre parchi, della Comunità Montana, del Consorzio di Bonifica e del sistema bibliotecario del sud pontino, arriveranno presto i fondi necessari per rendere finalmente fruibili ricchezze fino ad oggi rimaste ai più sconosciuti.


Alla base di questa firma storica, c’è un mastodontico studio che ha consentito di fare il punto sulla presenza di siti fino ad oggi mai valorizzati a dovere. «A Monte San Biagio – ha raccontato per esempio l’archeologo Alessandro De Bonis – è stata individuata una delle pochissime chiese dedicate a San Tommaso di Canterbury nel percorso della via Francigena sud; il luogo sacro, unico e ben conservato, fu un punto di primo ricovero dei pellegrini che affrontavano il cammino percorrendo l’Appia Antica».

Con il protocollo e con il riconoscimento da parte della Regione Lazio, con apposita delibera, delle tre arterie come sito di interesse, sono state quindi gettate le fondamenta per la valorizzazione di un percorso senza eguali al mondo. Ad oggi, del resto, sono moltissimi i pellegrini che percorrono la via Francigena, uno dei più importanti percorsi spirituali esistenti, destreggiandosi tra punti bui, scarso materiale informativo e punti di ristoro praticamente assenti.


«Tra i progetti – ha commentato il delegato ai beni culturali di Sperlonga Stefano D’Arcangelo – c’è per esempio quello di creare degli info point nelle stazioni per consentire così ai pellegrini che non hanno la possibilità di fare l’intero di cammino di percorrerne soltanto una tappa». Sul modello del cammino di Santiago, insomma, il cui indotto dal punto di vista turistico è enorme. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero