I prestanome dei Gangemi incastrati dai pentiti del clan Di Silvio

I prestanome dei Gangemi incastrati dai pentiti del clan Di Silvio
I pentiti del clan Di Silvio, Renato Pugliese e Agostino Riccardo, forniscono una serie di dettagli sugli affari di Sergio Gangemi, ritenuto dagli investigatori vicino alla...

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I pentiti del clan Di Silvio, Renato Pugliese e Agostino Riccardo, forniscono una serie di dettagli sugli affari di Sergio Gangemi, ritenuto dagli investigatori vicino alla ndrangheta calabrese, colpito da un maxi sequestro da 10 milioni di euro.


Tra i prestanome più rilevanti, utilizzati da Gangemi, c'è il nome di Daniela Terranova, una figura di spicco secondo quanto ricostruito dagli investigatori della Guardia di Finanza coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia. Terranova risulta socia e amministratrice di tre società esaminate (GR srl, La Dani srl, Esse Gamma srl). I giudici sottolineano «il reddito totalmente sperequato di Terranova rispetto alle partecipazioni societarie e alle operazioni immobiliari realizzate». Si tratta di operazioni da centinaia di migliaia di euro documentate nel corso delle indagini della Guardia di Finanza.

I collegamenti tra Gangemi e Terranova vengono confermati dal collaboratore di giustizia Agostino Riccardo che riconosce in foto la donna indicandola come prestanome di Gangemi, così come aveva fatto, insieme a Renato Pugliese, con un'altra donna, all'epoca compagna di Gangemi, anche lei utilizzata come prestanome insieme a Simone Di Marcantonio.

Di ognuna di queste persone vengono forniti ulteriori dettagli: il settore nel quale venivano utilizzati (Di Marcantonio ad esempio si occupava di case di riposo per anziani), i ruoli all'interno di società e le principali operazioni finanziarie nelle quali sono state coinvolte.

Tra le società utilizzate dal gruppo venivano mossi enormi capitali, «trasferimenti di denaro del tutto ingiustificati» scrivono i giudici, che coinvolgevano anche società di diritto maltese. Un flusso di denaro che consentiva, secondo l'accusa, di reinvestire il denaro frutto di attività illecita.

Non solo. Gli investigatori hanno ricostruito la geografia dell'impero di Gangemi, esteso dalla Calabria a Milano passando per Latina, dove alcune società avevano sede in un primo momento, per poi essere spostate nel medesimo indirizzo milanese. «Si tratta - scrivono i magistrati - di società strettamente connesse tra di loro (La Dani srl e Nrt spa) e utilizzate tramite la prestanome Daniela Terranova per riacquistare beni di proprietà di Gangemi e drenare risorse finanziarie all'estero».


Una delle tipiche attività di Gangemi era «riappropriarsi dei beni di società fallite utilizzando per l'acquisto società formalmente riconducibili ad altri soggetti». Terreni, appartamenti, quote societarie per un impero di oltre dieci milioni di euro. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero