Rapinarono una gioielleria e accoltellarono il proprietario: due arresti, altri quattro indagati

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Un'ordinanza di custodia cautelare a carico di due giovani campani, classe '82 e '96, ritenuti responsabile di rapina aggravata, lesioni e furto. Una terza persona, di 20 anni, è ancora ricercata e destinataria di una custodia cautelare in carcere per gli stessi reati, mentre altri quattro risultano indagati, uno dei quali attualmente detenuto nel carcere di Torino per aver commesso una rapina analoga nel capoluogo piemontese. I fatti risalgono al 28 maggio scorso, quando è stata messa a segno una rapina ai danni di una gioielleria di Pontinia.

Vedi anche > Rapina con la mascherina, ma i video riprendono la sua auto: bandito arrestato

I rapinatori, con il volto travisato da mascherine chirurgiche e cappellini con visiera, hanno aggredito con particolare ferocia il proprietario del negozio e sua moglie, accoltellando l'uomo e picchiando la donna. All'interno dell'esercizio commerciale sono riusciti a trafugare oro e diamanti per un bottino del valore di circa 30mila euro, poi si sono dati alla fuga a bordo di un'auto con targhe rubate. Grazie alle videocamere di sorveglianza del comune di Pontinia è stato possibile isolare le immagini dei malviventi che hanno consentito agli investigatori della squadra mobile di identificare la "batteria" di giovani rapinatori, incensurati, alcuni dei quali esecutori materiali del colpo, altri funzionali all'organizzazione criminale in veste di basisti per aver fornito un apporto logistico alla banda ospitando i malviventi in un appartamento di Latina. Nella giornata di oggi gli investigatori hanno eseguito perquisizioni domiciliari e personali a carico degli arrestati e di altre cinque persone, nel corso delle quali sono state rinvenute tre pistole a salve prive del tappo rosso. Sono in corso ulteriori accertamenti al fine di individuare altri correi che possano aver aiutato gli odierni arrestati, avendo avuto questi ultimi la disponibilità di un covo, luogo dal quale i rapinatori sono partiti per la realizzazione del colpo e presso il quale sono tornati poco dopo, trovando rifugio per alcune ore.

 

 

 

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Il Messaggero