Ponza, sottopasso chiuso da due anni: petizione dei residenti per il ripristino

Il sottopasso chiuso da due anni
Hanno raccolto in pochi giorni centinaia di firme, per chiedere la «messa in sicurezza e il ripristino del sottopasso» in località Santa Maria/Conti a...

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Hanno raccolto in pochi giorni centinaia di firme, per chiedere la «messa in sicurezza e il ripristino del sottopasso» in località Santa Maria/Conti a Ponza. Le hanno apposte i cittadini residenti nella zona a una lettera inviata al sindaco dell'isola, Francesco Ferraiuolo, e al presidente della Provincia, Gerardo Stefanelli  chiedendo un intervento urgente poiché sono ormai due anni che il sottopasso è chiuso dopo essere stato dichiarato inagibile,a causa della caduta di pietre e parti d'intonaco al passaggio di veicoli sulla strada superiore. Il ponte, infatti, continua a essere utilizzato ed è quello che conduce dal porto a Le Forna nonché al poliambulatorio di Ponza. Un tratto fondamentale per la viabilità dell'isola, ma mentre i mezzi continuano a passare sopra - grazie anche a dei puntelli - resta inaccessibile il tratto pedonale sottostante:  «Sbarrato da tempo - dice Umberto De Maio, promotore della raccolta firme - con tavole di legno posizionate alla meno peggio».

Finora è andato sempre tutto bene, i residenti fanno un giro più ampio per arrivare al porto, ma quel varco è di fondamentale importanza per il passaggio di eventuali mezzi sanitari o della protezione civile e accorciare i tempi  in caso d’emergenza. Con la raccolta firme viene sollecitato «il ripristino del passaggio del ponte» e chiesto di valutare  durante i lavori di consolidamento «la possibilità di allargare il passaggio  e aumentare per quanto possibile l’altezza del varco che attualmente sfiora i 220 centimetri». Un ampliamento che consentirebbe anche il transito di veicoli per l'emergenza, appunto.

I firmatari della petizione chiedono un riscontro alla loro richiesta, in caso contrario sono pronti a rivolgersi «all'autorità giudiziaria, al fine di individuare i responsabili di questa incresciosa situazione» 

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Il Messaggero