Nessuna risposta sulla variante: il Tar bacchetta il Comune di Terracina

Nessuna risposta sulla variante: il Tar bacchetta il Comune di Terracina
Degli interventi strutturali in un'attività produttiva che si trova nelle campagne di Terracina finanziati con fondi partiti da Bruxelles, ma la cui ultimazione...

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Degli interventi strutturali in un'attività produttiva che si trova nelle campagne di Terracina finanziati con fondi partiti da Bruxelles, ma la cui ultimazione è stata messa a repentaglio dalle sabbie mobili della burocrazia locale. In questo caso rappresentata dal Comune, per lunghi mesi sordo alle richieste giunte dalla controparte privata per chiudere le pratiche relative a una variante al progetto originario. Anzi: più che sordo, muto. Gli uffici di piazza Municipio non hanno mai risposto alle ripetute istanze. Mentre i giorni scorrevano, e il progetto risultava a rischio nonostante una corposa proroga all'ultimazione concessa dalla Regione Lazio, l'ente che aveva indirizzato i soldi Ue all'ombra del Tempio di Giove.

Tutto in sospeso, finché sulla vicenda non è intervenuto il Tar, che oltre a dare una tirata d'orecchi alla macchina amministrativa ha nominato un commissario, pronto a subentrare al Comune in caso di ulteriore immobilismo. Eppure, nel corso dei mesi sarebbe solo bastato esprimersi con un sì o un no. Al centro del caso, l'azienda agricola La Pescara, localizzata in zona San Martino e attiva nell'allevamento di capi di bestiame e nella produzione di latte di bufala. Nel 2018 si era vista rilasciare un permesso a costruire per interventi da realizzare grazie a un progetto ammesso al Programma di sviluppo rurale del Lazio, tuttavia a gennaio 2021 aveva optato per una rimodulazione, chiedendo l'ok a una variante inerente la realizzazione di alcune strutture di servizio. Per settimane e settimane, però, dal Comune nessuno cenno. Ecco quindi un'istanza di sollecito, inviata a maggio, e una diffida, protocollata a settembre. Niente da fare: gli uffici municipali hanno continuato col silenzio.

Come anticipato, alla fine l'impresa si è vista costretta a rivolgersi al Tar, con i giudici amministrativi della sezione distaccata di Latina che nella relativa sentenza hanno ordinato al Comune - non costituito in giudizio - di dare finalmente una risposta sulla variante congelata, non oltre il termine di 30 giorni. In caso contrario, largo all'entrata in scena del commissario.



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Il Messaggero