Priverno, la donna deceduta: «Figli negativi, ma niente funerali: la Asl deve spiegarci»

Priverno, la donna deceduta: «Figli negativi, ma niente funerali: la Asl deve spiegarci»
Si ingarbuglia la vicenda della donna di Priverno secondo la Asl morta per Covid al Santa Maria Goretti di Latina. Ai due figli è stata vietata la partecipazione ai...

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Si ingarbuglia la vicenda della donna di Priverno secondo la Asl morta per Covid al Santa Maria Goretti di Latina. Ai due figli è stata vietata la partecipazione ai funerali in quanto sono stati posti in quarantena. Nemmeno l'intervento dei carabinieri è riuscito a sbloccare la situazione nonostante il fatto che i figli, Camillo e Luigi sono risultati negativi al tampone. Ma su questo punto la normativa è ferrea: i caso di contatto con un paziente contagiato i familiari hanno l'obbligo di restare in quarantena per 14 giorni e il tampone negativo non cambia le cose perché il virus può manifestarsi nelle due settimane successive. Quindi una decisione dolorosa ma obbligata.


«Troppi i punti interrogativi che aleggiano sulla morte della donna» ribadiscono i familiari. ma anche qui la Asl è stata molto chiara: dagli esami un gene è risultato positivo e due negativi, in questi casi il paziente per cautela si considera positivo e dunque la donna viene annoverata tra i morti per Covid. I figli della donna hanno però voluto scrivere una lettera al direttore generale Asl, Giorgio Casati chiedendo di poter partecipare ai funerali Non solo, i congiunti si sono affidati anche all'avvocato Umberto Macci che sta ora cercando di ricostruire i vari passaggi che hanno portato al decesso della donna «senza escludere anche un esposto presso l'Autorità competente magari per l'accertamento dei fatti».


«Vorremmo capire - spiega Macci - come mai nonostante tutti i tamponi negativi ai figli, viene poi vietato di partecipare ai funerali della loro madre mentre per gli altri c'è libertà di partecipazione? Se c'era un pericolo non avrebbe dovuto partecipare nessuno». Tra l'altro, aggiunge l'avvocato «niente fa pensare ad una positività e, a parte che è strano che la Asl non è in grado di dare certezze, non si comprende questo atteggiamento di voler considerare il caso della donna morta come Covid, e se così fosse spiega ancora il legale poi dovranno spiegare perché una degente possa essere contagiata all'interno di un nosocomio». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero