E’ trascorso poco più di un anno da quando è stata sospesa dal suo ruolo di insegnante della scuola materna “Sibilla Aleramo” di via degli Aurunci...
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Il giudice per l’udienza preliminare ha accolto la richiesta della difesa dell’imputata di essere giudicata con il rito abbreviato così come ha accolto l’istanza di costituzione di parte civile delle mamme e dei papà dei 25 bambini di quella classe, rappresentati dall’avvocato Francesca Roccato. L’indagine aveva preso il via a marzo 2019 dalla denuncia di alcuni genitori che avevano notato comportamenti inusuali da parte dei figli: difficoltà a dormire, mani di fronte al viso per proteggersi per un banale rimprovero, tutti segnali che avevano fatto insospettire. I carabinieri avevano quindi fatto partire una serie di accertamenti tecnici installando telecamere per intercettazioni audio e video nell’aula della “Sibilla Aleramo” e i risultati avevano confermato i timori: l’insegnante insultava i piccoli, li minacciava e in alcuni casi li ha anche percossi.
Prove inconfutabili che hanno portato ad un provvedimento di sospensione di dodici mesi per la donna che non ha più fatto rientro a scuola e che non ci tornerà comunque perché a giorni andrà in pensione. Il giudice ha deciso di rinviare l’udienza all’8 settembre prossimo per consentire a tutti i genitori interessati di partecipare vista l’attuale impossibilità di garantire il rispetto delle distanze di sicurezza all’interno dell’aula imposto dal Covid.
Un gesto apprezzato dalle mamme e dai papà che lo scorso anno hanno vissuto un momento difficile e particolarmente delicato, costretti ad affrontare le conseguenze del trauma subìto dai bambini che sono riusciti però a superarlo anche con l’aiuto di alcuni terapeuti. «Vogliamo soltanto che sia fatta chiarezza – spiegano davanti al Tribunale – e che sia resa giustizia ai nostri figli». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero