Maltrattamenti in classe alla Aleramo di Latina, maestra sceglie l’abbreviato

Maltrattamenti in classe alla Aleramo di Latina, maestra sceglie l’abbreviato
di Elena Ganelli
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Mercoledì 13 Maggio 2020, 05:05 - Ultimo aggiornamento: 10:07
E’ trascorso poco più di un anno da quando è stata sospesa dal suo ruolo di insegnante della scuola materna “Sibilla Aleramo” di via degli Aurunci a Latina per maltrattamenti sui bambini e ieri mattina ha preso il via davanti al gup del Tribunale di Latina Giorgia Castriota il processo a suo carico. La maestra 63enne non c’era in aula ma davanti al Palazzo di giustizia c’erano molti genitori dei bambini vittime di percosse, vessazioni, umiliazioni e insulti. Non hanno potuto assistere all’udienza a causa del Coronavirus ma hanno comunque atteso pazientemente all’esterno.

Il giudice per l’udienza preliminare ha accolto la richiesta della difesa dell’imputata di essere giudicata con il rito abbreviato così come ha accolto l’istanza di costituzione di parte civile delle mamme e dei papà dei 25 bambini di quella classe, rappresentati dall’avvocato Francesca Roccato. L’indagine aveva preso il via a marzo 2019 dalla denuncia di alcuni genitori che avevano notato comportamenti inusuali da parte dei figli: difficoltà a dormire, mani di fronte al viso per proteggersi per un banale rimprovero, tutti segnali che avevano fatto insospettire. I carabinieri avevano quindi fatto partire una serie di accertamenti tecnici installando telecamere per intercettazioni audio e video nell’aula della “Sibilla Aleramo” e i risultati avevano confermato i timori: l’insegnante insultava i piccoli, li minacciava e in alcuni casi li ha anche percossi.

Prove inconfutabili che hanno portato ad un provvedimento di sospensione di dodici mesi per la donna che non ha più fatto rientro a scuola e che non ci tornerà comunque perché a giorni andrà in pensione. Il giudice ha deciso di rinviare l’udienza all’8 settembre prossimo per consentire a tutti i genitori interessati di partecipare vista l’attuale impossibilità di garantire il rispetto delle distanze di sicurezza all’interno dell’aula imposto dal Covid.

Un gesto apprezzato dalle mamme e dai papà che lo scorso anno hanno vissuto un momento difficile e particolarmente delicato, costretti ad affrontare le conseguenze del trauma subìto dai bambini che sono riusciti però a superarlo anche con l’aiuto di alcuni terapeuti. «Vogliamo soltanto che sia fatta chiarezza – spiegano davanti al Tribunale – e che sia resa giustizia ai nostri figli». 
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