Licenziata dopo il congedo matrimoniale, il giudice annulla: «È discriminazione di genere»

Licenziata dopo il congedo matrimoniale, il giudice annulla: «È discriminazione di genere»
Rientra dal congedo matrimoniale e viene licenziata per motivi disciplinari. Il giudice del Lavoro Umberto Maria Costume ha annullato il licenziamento per "discriminazione di...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Rientra dal congedo matrimoniale e viene licenziata per motivi disciplinari. Il giudice del Lavoro Umberto Maria Costume ha annullato il licenziamento per "discriminazione di genere", confermando la decisione anche in sede di opposizione proposta dall'azienda.

Licenziata dopo il congedo matrimoniale, la vicenda a Latina

«La dipendente - spiega l'avvocato Fabio Leggiero che rappresenta la lavoratrice - era stata licenziata da un'azienda metalmeccanica di Sermoneta, sul presupposto di un licenziamento disciplinare per dedotte gravi mancanze che l'azienda aveva deciso di contestarle al rientro in azienda, dopo il periodo di congedo matrimoniale richiesto nel rispetto della legge e del contratto collettivo. Eppure quelle mancanze celavano, a detta della lavoratrice, le reali ragioni che avevano indotto la società ad irrogare il licenziamento».

Le tappe della vicenda 

Secondo la donna, licenziata nel 2019, il provvedimento è stato discriminatorio e per nulla legato alle presunte mancanze sul posto di lavoro. Il vero motivo era da individuare nella decisione della lavoratrice di sposarsi e creare una famiglia, godendo anche dei diritti previsti dal contratto di lavoro e che riguardano tutte le categorie.  «Il sentore di essere innocente - spiega l'avvocato Leggiero - di non aver commesso mancanze sul lavoro e di aver subito un licenziamento discriminatorio, ha spinto la dipendente a muoversi per difendere il suo diritto a contrarre matrimonio e a creare una famiglia, oltre i normali obblighi lavorativi».

Così il licenziamento è stato impugnato davanti alla sezione Lavoro del tribunale di Latina. Nei giorni scorsi il giudice Costume, in sede di opposizione, ha confermato il primo provvedimento cautelare dichiarando il licenziamento nullo e discriminatorio poiché irrogato in violazione del Codice sulle pari opportunità nei rapporti sul luogo di lavoro tra uomo e donna. Disposta la reintegra e il risarcimento del danno.

«In un momento storico - commenta l'avvocato Leggiero - in cui più forte si deve gridare la parità di genere, anche il datore di lavoro ha l'obbligo di rispettare il principio generale di uguaglianza fra i sessi».

Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero