Una bella idea si è tramutata in un bel progetto e ora si spera che potrà diventare anche un bel business. Intanto perché è un'iniziativa...
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Ma partiamo dall'inizio. «Il progetto lo abbiamo sperimentato a Favignana e abbiamo vinto il Green Coast Award - racconta Cappucci - ma eravamo partiti per risolvere tutt'altro problema. Abbiamo cercato di immaginare come utilizzare quelle foglie spiaggiate e abbiamo pensato di farne imbottiture di barriere naturali anti erosione». Poi è venuto il resto. Ovvero il brevetto per farne arredi da spiaggia che è piaciuto a una nota ditta di design che ha deciso di realizzarli. Quello a San Felice sarà un allestimento pilota con tre ombrelloni e circa 15 oggetti diversi di arredo balneare su una superficie autorizzata di 80 metri quadrati di spiaggia libera dove faranno la loro prima uscita anche i separé anti Covid. su spiaggia pubblica a fianco de La Conchiglia. Opportunamente igienizzata. posti anche i separatori che implementati ultime settimane.
L'idea è quella di diffonderlo là dove ci sono grandi accumuli di foglie di posidonia come in Sardegna o in Puglia. Da noi ce ne sono tra Terracina e San Felice e in misura minore tra Latina e Sabaudia. In sostanza le amministrazioni comunali o gli operatori balneari sfruttando il percorso individuato e tracciato dall'Enea possono risolvere molti problemi. Già, perché rimuovere la posidonia è complicato e se raccogliendola dalla spiaggia non la si separa dei rifiuti con cui si mescola sulla battigia si rischia perfino una denuncia per violazione nello smaltimento. «Il progetto punta a dare una soluzione al 60% delle nostre coste interessate da questo fenomeno» racconta Cappucci. Nella pratica uno stabilimento che si ritrova a fronteggiare questo fenomeno (quelle fastidiose alghe marroni che stagnano sulla battigia) non deve far altro che raccoglierle, metterle ad asciugare, separale dai rifiuti e imbottirci gli arredi che vanno da morbidi lettini a puff e ombrelloni. «Tra l'altro le imbottiture richiedono volumi significativi di foglie secche e nel corso dell'estate vanno anche ricaricate agevolando la pulizia delle spiagge». L'azienda italiana che ha creduto nel progetto ha i suoi prezzi che sono leggermente più alti di quelli di un lettino da spiaggia tradizionale. «Stiamo lavorando anche ai rivestimenti - racconta Cappucci - per farli con plastica riclata e come ultima frontiera con fibre naturali». Poi a fine estate le imbottiture possono essere svuotate in mare riportando i resti della posidonia nel loro ambiente naturale creando anche un effetto di protezione della costa.
Vittorio Buongiorno
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Il Messaggero