La solidarietà del mondo dello sport nei confronti di Nicola, ragazzo disabile aggredito a Pontinia

La solidarietà del mondo dello sport nei confronti di Nicola, ragazzo disabile aggredito a Pontinia
Quando sport fa rima con solidarietà. La storia di Nicola, il...

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Quando sport fa rima con solidarietà. La storia di Nicola, il ragazzo disabile di 31 anni afflitto dalla sindrome di Marfan che lo scorso 9 febbraio era finito all'ospedale con lo sterno rotto a seguito di un colpo infertogli da una persona rimasta tutt'oggi sconosciuta, ha commosso i tifosi del Latina calcio. La disavventura di quel giovane fragile, vittima della violenza gratuita di chi lo ha prima pestato e poi abbandonato in una piazza di Pontinia senza che nessuno gli prestasse soccorso, ha toccato il cuore dei ragazzi della curva nord che hanno preparato uno striscione sul quale campeggiava la scritta “Nicola siamo con te”. Il ragazzo, che era stato soccorso da un amico che lo aveva trasportato al Goretti da dove è uscito dopo due giorni, è stato invitato in curva a seguire la partita del Latina ed è stato accolto con affetto dai tifosi che si sono stretti attorno a lui. Era felicissimo di poter tifare per la squadra pontina. Ma le sorprese per lui non sono finite perchè anche il Latina calcio a 5 lo ha invitato a seguire la partita e Nicola ha avuto la gioia di incontrare tutti i calciatori i quali gli hanno espresso la loro vicinanza. Due bellissime dimostrazioni d'affetto da parte del mondo sportivo. Alcuni bar di Latina si sono inoltre proposti di offrirgli del cibo ogni qualvolta ne avesse bisogno. Le notizie positive per lui non sono finite qui. Ha sostenuto un colloquio e inizierà preso a lavorare. Questo gli consentirà di tenersi impegnato e guadagnare qualcosa. “Non ho mai trovato tanto supporto nella mia vita – racconta Nicola - Non ho mai trovato persone che andassero al sodo dei miei problemi ed invece eccoli. Alberto e tutta la curva nord non solo mi fanno sentire uno di loro, ma mi offrono tanto: se ho bisogno di mangiare, so dove andare, il parrucchiere è oramai mio amico. Grazie ad Alberto ed Elvis ho salutato la squadra e sono stato a fine partita con loro. Ora ho forse anche un lavoro e mi impegnerò tanto per poter vivere una vita dignitosa – prosegue – La dignità, quella che tutti dovremmo avere per diritto nella vita, la stessa che i ragazzi del leone alato mi hanno fatto riscoprire con abbracci vicinanza e tanta amicizia. Io ho bisogno di amici veri ed ora ho amici che stanno con me.  
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Il Messaggero