La disprassia come compagna di vita webinar gratuito con la logopedista

La disprassia come compagna di vita webinar gratuito con la logopedista
Cos'è la disprassia? Come riconoscerla per affrontare piccole o grandi difficoltà quotidiane? E' questo il focus del webinar gratuito della logopedista...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Cos'è la disprassia? Come riconoscerla per affrontare piccole o grandi difficoltà quotidiane? E' questo il focus del webinar gratuito della logopedista Letizia Michelazzo in programma domani alle ore 20. «Il webinar - spiega la dottoressa - è un po' la mia storia personale utile a molti genitori, perché tanti sono i bambini con queste difficoltà. Sono una persona disprassica, ho avuto la diagnosi a 28 anni mentre studiavo con la professoressa Letizia Sabbatini che con il fratello Giorgio, neurologo, sono stati i primi in Italia a parlare di questo disturbo».

 

La dottoressa Michelazzo è la referente per Latina di Aidee, l'associazione italiana disprassia età evolutiva. «E' una patologia subdola perché non è molto evidente ma lo diventa quando si deve andare in velocità. Il bambino con disprassia è un po' goffo, rimane indietro, urta contro gli oggetti. L'orientamento è un problema, sia per la distinzione sinistra-destra che, più in generale, per il movimento nello spazio. La stessa cosa accade nella memoria con la difficoltà di mantenere tre sequenze nella cosiddetta "working memory" che può incidere poi sull'apprendimento».
 

La patologia può avere varie forme, colpisce soprattutto i maschi, riguarda una percentuale alta di bambini, intorno al 20-25%. «Quando ero piccola, sono nata nel '69, si andava più lentamente, oggi i ritmi sono più veloci e i bambini restano più facilmente indietro».

 

Quando si deve intervenire? «La prevenzione è fondamentale: con un test elaborato dalla professoressa Sabbatini è possibile fare una prima valutazione anche su un bambino di 2 anni e mezzo. Se si interviene subito i risultati sono ottimi». Da non sottovalutare l'aspetto emotivo. «Si tratta spesso di bambini molto intelligenti che capiscono di non riuscire a fare qualcosa bene e vanno in frustrazione: è quindi importante dare loro i giusti stimoli, spronarli sin da piccoli a muoversi a non farsi bloccare dalla paura del confronto». Iscrizioni: letizia.michelazzo@gmail.com

Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero